Alcuni dei presenti alla proiezione del film in Senato

CINEMA

Ecco “La seconda via”, film girato in Abruzzo / VIDEO

Presentata in Senato la pellicola di Alessandro Garilli che racconta la tragica ritirata di Russia degli alpini nel 1943, le riprese tra la Maiella e l'Aremogna

PESCARA. Nel gennaio del 1943, sul fronte russo, la Compagnia 604 si vide costretta ad attraversare la steppa per non cadere vittima dell’accerchiamento nemico. A rimanere in vita restano solo sei alpini e un mulo, che sotto la neve incessante, a 40° sotto zero, compiranno un viaggio estremo in una natura ostile. Arriva ora a raccontare questa vicenda il film La seconda via, opera prima del regista Alessandro Garilli, uscito in sala in una data che non è casuale. Il 26 gennaio 2023 ricorre infatti l’ottantesimo anniversario della Ritirata e si celebra la prima Giornata Nazionale della Memoria e del sacrificio degli Alpini.
Prodotto da Quality Film e Angelika Vision con Rs Productions in collaborazione con Rai Cinema, si tratta del primo film sugli Alpini nella Ritirata di Russia del 1943, che costò la vita a migliaia di uomini.

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La Seconda Via, nuovo film in Abruzzo
Gennaio 1943, la Ritirata degli Alpini dalla Russia. Con il film "La Seconda Via" il regista mantovano Alessandro Garilli racconta la storia di sei giovani alpini. La produzione del film, a cura di Angelika Vision, vede il patrocinio dell'Associazione Nazionale Alpini e verrà girato anche in Abruzzo.

Il lungometraggio racconta il dramma vissuto durante la Seconda Guerra Mondiale e la lotta per sfuggire al nemico, sempre più vicino.
Il film è girato in parte in Veneto, e in parte proprio in Abruzzo, negli scenari delle nostre montagne, con la Maiella e e la Piana dell’Aremogna che si trasformano nelle lande innevate della Russia della Seconda guerra mondiale.
Ieri La seconda via, che è stata anche opera finalista del premio Solinas dedicato alla scrittura per il cinema e selezionata agli European Days di Torino, è stato presentato nella Sala Koch del Senato, alla presenza, tra gli altri del regista Alessandro Garilli, dei produttori Mariella Li Sacchi, Claudio Zamarion e Paolo Del Brocco di Rai Cinema, oltre a Federico Di Marzio vicepresidente vicario dell’Ana - Associazione nazionale alpini. Per la Regione Abruzzo, erano presenti il presidente del Consiglio Lorenzo Sospiri, l’assessore Nicola Campitelli, i consiglieri Fabrizio Montepara e Sabrina Bocchino.

«La ritirata di Russia ha un’ampia letteratura, ma non è mai stata raccontata in un film. Mancava, a mio avviso, un’iconografia filmica di quella tragedia perché, in un’epoca dominata dai media visivi, non possedere un’immagine equivale a cancellare un ricordo», ha spiegato il regista Alessandro Garilli, presentando il film da lui scritto e diretto. «È stato iniziato anche un percorso affinché La seconda via sia proiettato nelle scuole medie, inferiori e superiori», aggiunge Garilli. «I ragazzi conoscono la guerra del Vietnam tramite i film, ma non sanno quasi nulla della campagna di Russia, costata la vita a centinaia di migliaia di giovani soldati italiani e di alpini che, per la maggior parte aveva tra i 18 e i 25 anni».
Al centro del film la sofferenza dei soldati in quel surreale, assurdo cammino: «più che un film di guerra», spiega il regista, «è un film di uomini nella guerra».
La pellicola, che vede anche la partecipazione straordinaria di Neri Marcoré nel ruolo del Comandante Blasi, è stata scritta dallo stesso regista. «Dentro ci sono tante letture e testimonianze, dai libri di Giulio Bedeschi a quelli di Egisto Corradi e Mario Rigoni Stern, fino a quelle ascoltate dal mio amico Nelson Cenci, il “tenente Cenci” de Il sergente nella neve», aggiunge Garilli. La steppa russa è stata ricostruita, come detto, nelle piane abruzzesi vicino Roccaraso e sulla Maiella, oltreché in Veneto, a Valeggio sul Mincio.
Ma il regista conosce bene anche i luoghi in cui i fatti sono avvenutii: «La gestazione del film è durata sedici anni», ha spiegato. «Sono stato più volte nei luoghi in cui è avvenuta la ritirata: ho attraversato il territorio del Voronez (in estate caldo torrido a più 48 gradi, in inverno freddo glaciale a meno 36 gradi) e ho soggiornato varie volte in Ucraina. Quando il 24 febbraio 2022 l’esercito russo ha invaso l’Ucraina, esattamente un mese dopo il primo ciak delle riprese, ho sentito una coincidenza molto forte. Quando oggi sento nominare dalla radio e dalla tv città ucraine a pochissimi chilometri dalla rotta percorsa dagli alpini nel ’43, il mio pensiero va alle persone che stanno penando in questo momento e ai reduci. La seconda via è dedicato a chi non ha fatto ritorno, ma ora spero che possa diventare uno strumento capace di aprire vie di pace e fratellanza».
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