Elena D’Amario: mi emoziona danzare davanti alla mia gente
La ballerina debutta sulla scena della sua Pescara domani con Balance of Power «David Parsons ha creato coreografie per me e il rapporto forte significa molto»
PESCARA. Danzerà per la prima volta nella sua Pescara, Elena D’Amario. La talentuosa ballerina, classe 1990, calcherà il palcoscenico del teatro Massimo domani dalle 21 con la Parsons Dance, la compagnia dell’eclettico coreografo e ballerino statunitense David Parsons, considerato tra i massimi esponenti della post-modern dance americana, autore di coreografie diventate veri e propri cult. L’incontro tra Elena D’Amario e Parsons risale al 2010, quando la giovane danzatrice era impegnata nella fase serale del talent “Amici di Maria De Filippi”. Quell’edizione fu vinta da Emma Marrone, ma anche per Elena si aprirono importanti opportunità: l’ingresso nella prestigiosa compagnia dopo uno stage e il trasferimento a New York. Da qualche anno, la ballerina pescarese è tornata a vivere in Italia, ma il legame con la Parsons Dance non si è mai spezzato. “Balance of Power”, questo il titolo del nuovo spettacolo della Parsons Dance, vedrà, infatti, la sua partecipazione straordinaria in due coreografie create su misura per lei. Parte integrante dello show sono le suggestive creazioni del lighting designer e cofondatore Howell Binkley. L’organizzazione della tappa pescarese è a cura di Best Eventi. Tra le esperienze che hanno caratterizzato la vita professionale della ballerina abruzzese, ci sono le partecipazioni alla miniserie internazionale “Those About to Die” – che vede nel cast Anthony Hopkins nel ruolo dell’imperatore Vespasiano – e alla serie televisiva “Che Dio ci aiuti”. Ha, inoltre, preso parte a diversi videoclip, tra cui “Tensione evolutiva” di Jovanotti, “Me ne frego” di Achille Lauro e “L’unico pericolo” di Ermal Meta.
Elena, cosa ha significato e cosa significa tuttora per lei la Parsons Dance?
È sicuramente il mio habitat naturale, dove mi sono formata negli anni più importanti di crescita professionale. Avere ancora oggi l’opportunità di ballare con loro, di portare avanti processi creativi con David, in modo che questo filo non si interrompa mai, è una cosa bellissima. Mantenere questo rapporto vivo dal punto di vista creativo, per me significa tantissimo: è quella linfa vitale che poi mi fa vivere il lavoro in modo diverso. È un grande regalo poterne fare ancora parte, anche se a distanza. Due anni fa ho ballato nel loro tour italiano in un duetto che David aveva creato su di me.
Da quanto tempo è tornata a vivere in Italia stabilmente?
Praticamente dal Covid. Nel 2019 facevo avanti e indietro con New York. Con la pandemia sono tornata stabilmente: le chiusure teatrali sono state importanti, per tanto tempo non si è lavorato. Vivo a Roma, a Trastevere. La sento come casa, ho una bella connessione con questa città, nonostante sia super frenetica e “malfunzionante” per alcuni versi, ma la sera quando mi sposto dagli studi che sono in periferia e torno in centro mi ricarico di bellezza, di storia. Mi piace vivere qui. Certo, alla prima occasione si torna in Abruzzo.
A proposito di Abruzzo, si esibirà proprio nella sua città, Pescara. Come si sente?
È la prima volta che mi ci esibisco. In tantissimi anni di tour non ho mai ballato a Pescara. La famiglia, gli amici venivano nelle date più vicine. Sto vivendo questa cosa con un’emozione incredibile. L’ultima volta che ho ballato a Pescara risale al mio ultimo anno di formazione con la scuola, la New Step, avevo circa 18 anni.
Cosa può aspettarsi il pubblico?
Oltre ai cult di David, ci sono queste due coreografie create appositamente per me. È stata una cosa molto bella. Quando me l’ha detto ho provato una sensazione profonda di gratitudine. Tornare a ballare con la compagnia pezzi che non ho mai danzato prima (Balance of Power e The Shape of Us) è una challenge anche per me.
Che ricordi ha della partecipazione ad Amici?
Molto positivi. Quello della mia partecipazione è stato il primo anno in cui hanno dato opportunità contrattuali anche ai ballerini. Amici ha rappresentato un po’ il ponte di congiunzione con il futuro, il luogo dove ho visualizzato davanti agli occhi che il ballo poteva diventare la mia professione, che avrei potuto vivere della mia passione. Vedere questo gruppo di persone che lavoravano affinché il nostro sogno potesse diventare concreto mi ha dato anche un senso di responsabilità. Poi, nell’ultima fase del serale, è arrivato David Parsons e mi ha offerto la borsa di studio. Ho un ricordo stupendo di me da allieva, nonostante gli ostacoli… le critiche sono inevitabili, sta poi a te, con carattere, decidere come prenderle.