Festival della follia Veneziani: io, nato tra i pazzi come voi

13 Settembre 2015

TERAMO. «Bisogna saper distinguere fra la follia, intesa come creatività individuale, e il sogno imposto a una società, che rischia di diventare incubo. Quando la creatività pretende di essere...

TERAMO. «Bisogna saper distinguere fra la follia, intesa come creatività individuale, e il sogno imposto a una società, che rischia di diventare incubo. Quando la creatività pretende di essere pubblica infatti gli effetti possono essere devastanti». Marcello Veneziani, giornalista e scrittore, ha concluso così il suo excursus sul tema della demenza tra filosofia e letteratura.

Ospite della seconda giornata del Festival della follia, nato da una sua intuizione e organizzato a Teramo dalla Cooperativa 3 M, Veneziani ha raccontato la genesi della rassegna dialogando con Marco Di Eugenio: «Ho una certa dimestichezza da cittadino con il tema. Sono cresciuto all'ombra di una città, Bisceglie, dove la pazzia costituiva il maggiore "industrificio" vista la presenza del più grande ospedale psichiatrico del sud. C'è un sottile filo rosso che lega dunque Bisceglie a Teramo, sapendo dell'esistenza di un manicomio sul territorio, ho pensato di proporre il format alla vostra città». Il giornalista ha quindi aggiunto: «Indagare la follia può essere un buon viatico per comprendere la ragione, partendo dal suo rovescio, il fratello pazzo, si possono cogliere i collegamenti con la realtà».

L'incontro con Veneziani è stato preceduto in mattinata dal convegno scientifico “La follia al femminile: dall'esclusione alla cura”, una rassegna sulle principali patologie psichiatriche che hanno coinvolto nel corso dei secoli le donne considerate folli, spesso a torto. La tavola rotonda ha visto la partecipazione di numerosi psichiatri: Cesario Bellantuono, Domenico De Berardis, Massimo Di Giannantonio, Giovanni Martinotti, Giampaolo Perna, Nicola Serroni e Alessandro Valchera.

In serata invece in centro si è dato spazio alla performance di danza “Tramonto tra matti” di Mousike. La rassegna è stata aperta venerdì dall'incontro con lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet che, insieme alla giornalista Pina Manente, ha approfondito il legame tra “eros e follia” in un’epoca dominata dalla tecnologia come quella attuale.

Oggi invece insieme agli ospiti, Vittorio Sgarbi e Pupi Avati, il tema del festival sarà declinato in ambito artistico e cinematografico. Nel pomeriggio alle 18, nella sala San Carlo del museo archeologico Savini, il critico d'arte Sgarbi, ideatore di un Museo della follia a Mantova, accompagnerà i presenti in un viaggio “Sulla follia come oggetto o ragione della pittura”. Sgarbi partirà dall'analisi del dipinto “La nave dei folli”, opera di Hieronymus Bosch risalente al 1494, per arrivare al celebre “Autoritratto” di Antonio Ligabue realizzato nel 1947.

L’incontro sarà moderato da Gianluca Veneziani, giornalista de L’Intraprendente, nonché nipote dell'ideatore della rassegna. Per garantire l'ascolto a tutti gli interessati sarà allestito un maxischermo nel cortile interno del museo. In serata invece alle 20.30, sempre nella sala San Carlo del museo archeologico Savini, si terrà l'incontro con il regista Pupi Avati che parlerà dell'influenza del tema della pazzia nella sua produzione cinematografica.

Il dibattito sarà preceduto dalla proiezione del film capolavoro “Il papà di Giovanna” girato nel 2008 in concorso al Festival di Venezia . Il festival chiuderà domani alle 18 nel laboratorio L'Arca di largo San Matteo: la follia tornerà a dialogare con la letteratura attraverso l’appuntamento con lo scrittore e interprete Paolo Nori. Lo scrittore di Parma ha curato per le edizioni Marcos y Marcos due antologie letterarie sul rapporto tra la demenza e le città di Bologna e Milano, e ne parlerà durante l'incontro dal titolo “Repertorio delle città dei matti: il campanilismo della follia”. Nel frattempo fino a domani sarà possibile visitare la mostra d’arte contemporanea “Qui solamente pochi, forse neppure i veri” (la scritta che accoglieva all’ingresso del manicomio teramano. L’esposizione, curata da Giuliana Benassi e allestita in una porzione dell’ex ospedale psichiatrico, con ingresso da via del Baluardo, raccoglie i lavori di sette artisti: Vincenzo Core & Fabio Scacchioli, Paolo Di Giosia, PierGiuseppe Di Tanno, Emiliano Maggi e Corrado Sassi e Fabrizio Sclocchini. La mostra presenta opere che spaziano dalla scultura alla fotografia, dalla performance alla video installazione ed è aperta al pubblico, con visite a gruppi di massimo sette persone alla volta, nei seguenti orari: 10-13 e 16-20. Tutti gli eventi del festival sono a ingresso gratuito. Per maggiori informazioni: festivaldellafollia.it.

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