Gabriele Cirilli con la moglie Maria che lavora con lui in La maison du Ciril

L'INTERVISTA / GABRIELE CIRILLI

«Ho fatto ridere sul web da casa, ma il live mi manca» 

Il comico sulmonese pronto a ripartire in tv: «Il mio Cirque du Cirill arriverà in televisione»

Era in scena al Teatro Lyrick di Assisi la sera del 4 marzo, data in cui il governo ha firmato il decreto che ha sospeso gli spettacoli e gli eventi. Gabriele Cirilli ha trascorso la quarantena a Monza, dove risiede con la sua famiglia. Nel periodo di lockdown ha tenuto compagnia al suo pubblico attraverso i social, proponendosi in versione “casalinga”. L’eclettico artista originario di Sulmona si è raccontato ai lettori del Centro.
Indimenticabili le sue imitazioni nella trasmissione Tale e quale show, ma anche il tormentone «Chi è Tatiana?» a Zelig, dove impersonava la borgatara romana Kruska. Allievo di Gigi Proietti, attore, volto noto di serie televisive. Le sue gag, i monologhi, i personaggi irresistibili lo hanno reso uno dei comici più apprezzati.
Come ha trascorso la fase 1?
Quando è stata disposta l’interruzione degli spettacoli, io ero in scena con l’one man show Mi piace di più, nel bellissimo Lyrick di Assisi. È stata una vera tristezza, ero nel pieno del tour. Avevo quasi altre venti date da fare, stiamo cercando di recuperarle, ma qualcuna sicuramente salterà. Il periodo di lockdown, però, è stato molto bello. Bello perché: finalmente casa. Il mio lavoro porta a stare sempre fuori, sono stato in casa contento con mia moglie e mio figlio. I social mi hanno dato la possibilità di non perdere il ritmo, mi sono inventato delle dirette in cui ho dato spazio a tutte le cose che avevo fatto: una specie di revival. Ho messo su una trasmissione che si chiama La maison du Cirill. Mi sono ispirato, nel nome, all’altro spettacolo che stavo portando in tour: Il Cirque du Cirill. Mi sono proposto al pubblico in una veste “casalinga”, con un personaggio che ha fatto le riprese e che ha prestato la sua voce: mia moglie. È stata molto apprezzata, mi sono arrivate chiamate, anche da Domenica in e altri programmi. Nasce come diretta giornaliera, adesso è diventata settimanale e stiamo cercando di capire se si potrà trasformare in un prodotto televisivo o teatrale. Il sabato, invece, mi sposto su Instagram per pubblicizzare Il Cirque du Cirill.
Un vero e proprio circo comico, il Cirque du Cirill, un progetto che stava portando avanti con successo. Come lo presenterebbe?
È un patchwork di arti, un circo dove non ci sono animali ma talenti. C’è Rosy Messina, una voce strepitosa che è arrivata in finale a All Together Now. Ci sono i comici, ognuno di loro interpreta un personaggio diverso: ad esempio, mio cognato, ospitato nel circo perché, dopo il divorzio da mia sorella, non sapeva dove andare, un argomento attuale. Un altro comico, invece, interpreta il precario, altro tema scottante. C’è Claudio Cremonesi, che si è esibito al Cirque du Soleil. C’è Fabrizio Vendramin, che ha vinto Italia’s Got Talent. Ci sono Ale Bellotto, un bravissimo illusionista, e una campionessa di ginnastica artistica a livello internazionale, Sheila Verdi. Il circo è formato da 19 elementi. La colonna sonora è stata scritta da me e da Dj Panico. Sono orgoglioso di questa operazione, prodotta dalla mia società, la cui amministratrice delegata è mia moglie Maria. Dietro c’è uno staff incredibile. Il sabato mi sono inventato queste dirette Instagram con i protagonisti del circo. Tra giugno e luglio il Cirque du Cirill arriverà in televisione, con la messa in onda di una puntata che abbiamo registrato al teatro di Busto Arsizio.
Come vede una ripresa del suo settore?
Purtroppo il mio è un lavoro che si fa con gli assembramenti. È fatto di pubblico, incontri, contatti. Una ripresa vera la vedo solo con la scomparsa del virus e tutti dobbiamo fare la nostra parte, comportarci con coscienza. Sarò impegnato, da fine giugno, con Most Ridiculous su Comedy Central, una specie di Paperissima che conduco con Dario Cassini. Sarò ospite in molte trasmissioni, continuerò a lavorare. Ma il mio cuore è nel live e quello è a contatto con la gente: la stretta di mano, il complimento che ti fanno alla fine, lo scambio di emozioni tra te che stai sul palco e il pubblico che ti applaude. Il bello del mio lavoro, che mi faceva sudare con gioia, era il live, che è stato messo a dura prova. I teatri riapriranno dal 15 giugno, ma a quelle condizioni sarà molto difficile. Come si fa a ridurre notevolmente il numero dei posti e rientrare con le spese, pagare le compagnie, le maestranze, la produzione? Sarà molto dura. La stessa cosa vale per il distanziamento tra gli attori: immaginiamo un musical come Mary Poppins, le tragedie, le commedie. Il Cirque du Cirill da questo punto di vista ha la fortuna che non ci sono tanti attori in scena contemporaneamente, ma resta il problema dei costi. Con l’one man show sicuramente si può ripartire, soprattutto in estiva, seguendo tutte le norme. Ho grande preoccupazione per il mio settore, mi faccio un po’ voce della mia categoria, che non ha avuto grande considerazione.
Erano previste tappe abruzzesi degli spettacoli che stava portando in tour?
Purtroppo in Abruzzo lavoro molto poco e non ne capisco la ragione. Addirittura il Premio Ovidio, che ho organizzato a Sulmona, si è interrotto per disinteresse. Forse è vero che nessuno è profeta in patria. Per me è veramente un dispiacere perché all’Abruzzo ho dato tanto e amo la mia regione.
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