Il Premio Campiello a Donatella Di Pietrantonio
La scrittrice abruzzese vince con “L’Arminuta”: «Porterò il premio nella mia regione devastata da incendi, valanghe e terremoti»
VENEZIA. La scrittrice abruzzese Donatella di Pietrantonio ha vinto la 55esima edizione del Premio Campiello con il romanzo con “L'Arminuta” edito da Einaudi, la storia di una ragazzina di tredici anni che da un giorno all’altro scopre di non essere la figlia delle persone con cui è cresciuta e si trova restituita alla sua vera famiglia. Di Pietrantonio, 54 anni, è nata ad Arsita ma vive a Penne dove esercita la professione di dentista pediatrico. La scrittrice abruzzese ha avuto 133 voti sui 282 arrivati dalla giuria popolare dei Trecento Lettori Anonimi.
Al secondo posto Stefano Massini con “Qualcosa sui Lehman” (Mondadori), che ha avuto 99 voti, e al terzo Mauro Covacich con “La città interiore” (La Nave di Teseo), 25 voti. Al quarto Alessandra Sarchi con “La notte ha la mia voce” (Einaudi), 13 voti, e all'ultimo Laura Pugno con “La ragazza selvaggia” (Marsilio), con 12 voti. La giuria dei Trecento Lettori Anonimi era composta per il 46% da donne e il 54% da maschi fra cui 22 casalinghe, 41 imprenditori, 99 lavoratori dipendenti, 82 liberi professionisti e rappresentanti istituzionali, 27 pensionati, 29 studenti.
La scrittrice abruzzese ha esordito nel 2011 con il romanzo “Mia madre è un fiume”, ambientato nella terra natale e vincitore della quinta edizione del Premio Letterario Tropea. Nel 2013 ha pubblicato il suo secondo romanzo, “Bella mia”, dedicato e ambientato all'Aquila. L'opera, influenzata dalla tragedia del terremoto del 2009 e incentrata sul tema della perdita e dell'elaborazione del lutto, è stata candidata al Premio Strega nel 2014. Quest’anno, il suo terzo romanzo, “L'Arminuta”, anch'esso ambientato in Abruzzo. Il titolo è un termine dialettale, “La ritornata”.
La cerimonia finale del Premio Campiello si è svolta, ieri sera, al Gran Teatro La Fenice di Venezia, condotta per la prima volta da Enrico Bertolino e Natasha Stefanenko.
«Sono emozionatissima, felicissima», dice Donatella Di Pietrantonio. «Voglio dedicare il premio alle mie due famiglie: quella che mi ha generato e quella che ho costruito e alle persone che hanno lavorato con amore intorno a questo libro. Ringrazio i lettori che lo hanno amato e le due giurie che lo hanno votato e i librai. Voglio portare questo premio in Abruzzo, nella mia regione che viene fuori da un anno orribile, che ha subito terremoti, valanghe e incendi».
L'autrice abruzzese che ha avuto come testimonial, in un filmato mostrato nel corso della serata, il filosofo Massimo Recalcati. «Colpisce la forza, la qualità, l'intensità, la magia della scrittura», dice Recalcati. «La Di Pietrantonio ci mette di fronte al grande fallimento dei rapporti verticali, la madre d'origine e adottiva. È un libro sull'abbandono, sulla sorellanza e sulla resistenza attraverso la sorellanza al dolore di esistere».
Infine, Andrea Zancanaro si è aggiudicato la 22esima edizione del Campiello Giovani, riservato ai ragazzi e alle ragazze tra i 15 e i 22 anni, con il racconto “Ognuno ha il suo mostro”, storia di un incontro tra due lucidi disagi psichici. La Giuria dei Letterati, presieduta da Ottavia Piccolo, lo ha premiato «per la capacità di delineare in uno stile semplice e piano, in poche pagine, due personalità distinte e parimenti eccentriche». (g.d.t.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA.
Al secondo posto Stefano Massini con “Qualcosa sui Lehman” (Mondadori), che ha avuto 99 voti, e al terzo Mauro Covacich con “La città interiore” (La Nave di Teseo), 25 voti. Al quarto Alessandra Sarchi con “La notte ha la mia voce” (Einaudi), 13 voti, e all'ultimo Laura Pugno con “La ragazza selvaggia” (Marsilio), con 12 voti. La giuria dei Trecento Lettori Anonimi era composta per il 46% da donne e il 54% da maschi fra cui 22 casalinghe, 41 imprenditori, 99 lavoratori dipendenti, 82 liberi professionisti e rappresentanti istituzionali, 27 pensionati, 29 studenti.
La scrittrice abruzzese ha esordito nel 2011 con il romanzo “Mia madre è un fiume”, ambientato nella terra natale e vincitore della quinta edizione del Premio Letterario Tropea. Nel 2013 ha pubblicato il suo secondo romanzo, “Bella mia”, dedicato e ambientato all'Aquila. L'opera, influenzata dalla tragedia del terremoto del 2009 e incentrata sul tema della perdita e dell'elaborazione del lutto, è stata candidata al Premio Strega nel 2014. Quest’anno, il suo terzo romanzo, “L'Arminuta”, anch'esso ambientato in Abruzzo. Il titolo è un termine dialettale, “La ritornata”.
La cerimonia finale del Premio Campiello si è svolta, ieri sera, al Gran Teatro La Fenice di Venezia, condotta per la prima volta da Enrico Bertolino e Natasha Stefanenko.
«Sono emozionatissima, felicissima», dice Donatella Di Pietrantonio. «Voglio dedicare il premio alle mie due famiglie: quella che mi ha generato e quella che ho costruito e alle persone che hanno lavorato con amore intorno a questo libro. Ringrazio i lettori che lo hanno amato e le due giurie che lo hanno votato e i librai. Voglio portare questo premio in Abruzzo, nella mia regione che viene fuori da un anno orribile, che ha subito terremoti, valanghe e incendi».
L'autrice abruzzese che ha avuto come testimonial, in un filmato mostrato nel corso della serata, il filosofo Massimo Recalcati. «Colpisce la forza, la qualità, l'intensità, la magia della scrittura», dice Recalcati. «La Di Pietrantonio ci mette di fronte al grande fallimento dei rapporti verticali, la madre d'origine e adottiva. È un libro sull'abbandono, sulla sorellanza e sulla resistenza attraverso la sorellanza al dolore di esistere».
Infine, Andrea Zancanaro si è aggiudicato la 22esima edizione del Campiello Giovani, riservato ai ragazzi e alle ragazze tra i 15 e i 22 anni, con il racconto “Ognuno ha il suo mostro”, storia di un incontro tra due lucidi disagi psichici. La Giuria dei Letterati, presieduta da Ottavia Piccolo, lo ha premiato «per la capacità di delineare in uno stile semplice e piano, in poche pagine, due personalità distinte e parimenti eccentriche». (g.d.t.)
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