La vetta del Monte Viglio

"ALTITUDINI"

In cima al Monte Viglio, tra l’Abruzzo e il Lazio 

Gli appassionati di escursionismo non possono mancare il massiccio dei Monti Simbruni, al confine Abruzzo-Lazio, per arrivare sul suo gigante: il Monte Viglio, 2156 m, bello in tutte le stagioni. È la vetta più elevata dell’intera catena dei Monti Simbruini, Ernici e Carseolani.
Tra le varie vie di salita la più agevole parte dal Passo di Serra Sant’Antonio,1602m, nel comune di Filettino, in provincia di Frosinone, valico che connette il territorio laziale con quello di Capistrello, in provincia dell’Aquila, tramite la strada provinciale Simbruina. Questa bellissima strada non versa in ottime condizioni nella parte abruzzese, tuttavia è percorribile, da evitare in caso di piogge forti.

Un pianoro d'altura
Dal valico ci si avvia per il sentiero 651, una comoda carrareccia dove nella stagione estiva troverete molte fragoline di bosco e che ci porta in circa 20 minuti (meno di 2 km) alla Fonte della Moscosa (1618 metri) dove c’è un fontanile e area pic-nic. Si prosegue imboccando il sentiero a sinistra, si risale una piccola valle per raggiungere un bel pianoro erboso. Il cammino si fa ripido tra alberi maestosi e splendidi tassi fino a raggiungere la cresta, in corrispondenza di una vistosa croce con statua della Vergine e altare (45 minuti dalla partenza). Si tratta di un terrazzo panoramico naturale denominato, appunto, Belvedere di Monte Piano che si trova lungo il confine tra il Lazio e l’Abruzzo. La veduta sul massiccio del Velino e la piana del Fucino, vale oro!
Si prosegue a destra, il cammino diviene un po’ più faticoso seguendo la cresta, fin quasi a raggiungere le pareti che precipitano dalla vetta dei Càntari. Fanno da sfondo il massiccio dei Monti Ernici laziali e i paesi che raggiungiamo con lo sguardo, laggiù. Con una breve diagonale su prato in salita, si arriva a quota 1838m dove con il cielo sereno avvistiamo le pendici dei Càntari e ci affacciamo finalmente anche sul lato laziale. Seguendo il sentiero 651, arriviamo finalmente a 2000 m, su un breve altopiano da percorrere, superando alcune facili roccette che ci avvicinano all’austero Gendarme del Viglio (2113 m). Per arrivare sulla vetta del pinnacolo occorre salire aiutandosi con le mani, in alternativa c’è un evidente sentiero che passa in basso e aggira il Gendarme. Si risale, infine, l’ultima cresta che porta in circa 20 minuti alla vetta del monte Viglio, su cui si innalza una grande croce di colore blu (7 km totali).
Il panorama è insolito e ci dona e la catena del Velino-Sirente che sovrasta il Fucino, la Maiella e il Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise da cui lo separa la verdissima Valle Roveto, e poi la Ciociaria, il Pizzo Deta a sud e a Nord Campo Staffi con il Monte Cotento.
Subito sotto la vetta, nella "Dolina della Fossa Comune" si potrà notare un cippo di confine dello Stato Pontificio, il numero 249 del 1847.
Ci torneremo quassù, per il sentiero che facevo da bambina con il mio papà. Partiremo dal paese di Meta, frazione di Civitella Roveto, e porterò con me la borraccia di una volta, quella di alluminio rivestita in tessuto, quella della foto di mezzo secolo fa. E correrò a prendere il libro di vetta, come facevo allora: «Tornerò a salutarti presto».
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