La leggenda Stratton a Pescara «Qui mi ha fermato il Covid»
Il chitarrista, cantante e compositore britannico fondatore degli Iron Maiden suona con una tribute band del mitico gruppo metal all’Hai Bin Rock Festival
PESCARA. «Con gli Iron Maiden ho passato degli anni fantastici. Ma bere, suonare e viaggiare, nel tempo, si è rivelato un po’ pesante. Se fossi rimasto con loro non sarei mai riuscito a fare quello che ho fatto e, soprattutto, sarei forse più ricco, ma magari sarei morto». Scherza, ma non più di tanto, Dennis Stratton, chitarrista, cantante e compositore britannico tra i protagonisti della parte iniziale della leggendaria carriera quarantennale della “vergine di ferro”.
Stratton torna a suonare in Italia, per una data unica in programma domani alle 21 a Pescara, nell’ambito dell’Hai Bin Rock Festival 2022. Sarà accompagnato dalla Tribute Band Maiden Division che già in passato è stata in tour con il chitarrista inglese. Stratton riparte da dove si era fermato.
Nel 2020, qualche settimana prima dell’inizio dell’emergenza internazionale legata alla pandemia, aveva suonato allo Stammtisch Tavern di Chieti Scalo e alla Locanda Blues di Roma per celebrare il quarantennale dall’uscita del primo omonimo album degli Iron Maiden (pubblicato da Emi il 14 aprile del 1980). Poi, gli allarmi internazionali e il resto è storia che tutti conosciamo.
LA SERATA All’Hai Bin, tra spiaggia e stabilimento, il concerto è gratuito e c’è la possibilità di un “Meet & Greet” con l’artista. Apriranno la serata i Twisted, band Street Hard Rock di Pescara, attivi nella scena metal italiana dal 2013. In uscita a breve il loro nuovo album “Godspeed”. Ad accompagnare Stratton anche Steve “Loopy” Newhouse e Antonio Biggio, rispettivamente autori dei libri “LoopyWorld” (la storia degli Iron Maiden dagli albori alle registrazioni di Powerslave, già edito in lingua inglese e in uscita questo mese in edizione italiana) e “Eddie deve morire” (thriller ambientato nella Londra del 1982, nel contesto del noto concerto tenuto dagli Iron Maiden il 28 ottobre all’Hammersmith Odeon). La presentazione dei volumi è in programma nello stesso stabilimento dalle 18.
I MAIDEN DIVISION La tribute band nasce nel 2018 ed è l'unica italiana che riproduce l’attuale formazione con tre chitarre, con il dichiarato scopo di «rendere omaggio agli Iron Maiden riproducendo fedelmente i loro brani, nota per nota, come essi stessi li eseguono in sede live». Da due anni a questa parte accompagnano Stratton negli appuntamenti del centro-sud della Penisola.
LA BIO Classe 1952, Stratton è stato protagonista delle registrazioni dell’album d’esordio, oltre all’Ep, al videoclip “Women in Uniform “e ai relativi singoli. Si ricorda poi il rarissimo “Live+One” registrato nel leggendario locale londinese “Marquee”. Dopo la fine della prima parte del tour Europeo di spalla ai Kiss, è stato sostituito dal chitarrista Adrian Smith e ha fondato la band Lionheart. Nel 1995, assieme a Paul DiAnno e Nigel Glockler (Saxon) ha dato vita al progetto “The Original Iron Men” con cui ha pubblicato tre album. Ora continua la sua attività di musicista nei Lionheart. Nel 2021 ha ottenuto la nomination per entrare nella “Rock & Roll Hall of Fame” assieme agli altri membri fondatori degli Iron Maiden.
Stratton, che concerto è lecito attendersi?
Suoniamo tanti brani d’esordio dei Maiden, come Prowler, Phantom of the Opera, Remember Tomorrow, Running Free. Porto sul palco anche brani incisi con altri progetti e degli inediti. Questo lungo stop dovuto alle misure di contenimento del Covid ha in qualche modo intensificato l'attività in sala studio.
Come ha vissuto questi due anni?
Non benissimo, per la verità. In primis, l’interruzione del tour dopo i concerti in Abruzzo e a Roma: sono rientrato in Gran Bretagna accusando dei sintomi riconducibili al Covid. Questo, però, l’ho potuto capire solo con il senno di poi. Nelle prime settimane la situazione dal punto di vista sanitario era tutt’altro che chiara e non c’era certo la possibilità di effettuare dei test con la precisione che abbiamo adesso. Dal punto di vista del tour, poi, un vero peccato visto che c’erano delle serate in calendario in Sudafrica e in Brasile. Forse recuperiamo la parte in Sudamerica ora che si sta riprendendo fiducia nel live.
Lei è stato lunedì a vedere i Maiden a Belfast, come ha trovato il nuovo tour?
Mi ha un po’ disorientato la prima parte della scaletta, con dei pezzi che non sento tanto efficaci. Ma dopo, dal quarto o quinto brano in poi, il “groove” c’è tutto.
Stratton torna a suonare in Italia, per una data unica in programma domani alle 21 a Pescara, nell’ambito dell’Hai Bin Rock Festival 2022. Sarà accompagnato dalla Tribute Band Maiden Division che già in passato è stata in tour con il chitarrista inglese. Stratton riparte da dove si era fermato.
Nel 2020, qualche settimana prima dell’inizio dell’emergenza internazionale legata alla pandemia, aveva suonato allo Stammtisch Tavern di Chieti Scalo e alla Locanda Blues di Roma per celebrare il quarantennale dall’uscita del primo omonimo album degli Iron Maiden (pubblicato da Emi il 14 aprile del 1980). Poi, gli allarmi internazionali e il resto è storia che tutti conosciamo.
LA SERATA All’Hai Bin, tra spiaggia e stabilimento, il concerto è gratuito e c’è la possibilità di un “Meet & Greet” con l’artista. Apriranno la serata i Twisted, band Street Hard Rock di Pescara, attivi nella scena metal italiana dal 2013. In uscita a breve il loro nuovo album “Godspeed”. Ad accompagnare Stratton anche Steve “Loopy” Newhouse e Antonio Biggio, rispettivamente autori dei libri “LoopyWorld” (la storia degli Iron Maiden dagli albori alle registrazioni di Powerslave, già edito in lingua inglese e in uscita questo mese in edizione italiana) e “Eddie deve morire” (thriller ambientato nella Londra del 1982, nel contesto del noto concerto tenuto dagli Iron Maiden il 28 ottobre all’Hammersmith Odeon). La presentazione dei volumi è in programma nello stesso stabilimento dalle 18.
I MAIDEN DIVISION La tribute band nasce nel 2018 ed è l'unica italiana che riproduce l’attuale formazione con tre chitarre, con il dichiarato scopo di «rendere omaggio agli Iron Maiden riproducendo fedelmente i loro brani, nota per nota, come essi stessi li eseguono in sede live». Da due anni a questa parte accompagnano Stratton negli appuntamenti del centro-sud della Penisola.
LA BIO Classe 1952, Stratton è stato protagonista delle registrazioni dell’album d’esordio, oltre all’Ep, al videoclip “Women in Uniform “e ai relativi singoli. Si ricorda poi il rarissimo “Live+One” registrato nel leggendario locale londinese “Marquee”. Dopo la fine della prima parte del tour Europeo di spalla ai Kiss, è stato sostituito dal chitarrista Adrian Smith e ha fondato la band Lionheart. Nel 1995, assieme a Paul DiAnno e Nigel Glockler (Saxon) ha dato vita al progetto “The Original Iron Men” con cui ha pubblicato tre album. Ora continua la sua attività di musicista nei Lionheart. Nel 2021 ha ottenuto la nomination per entrare nella “Rock & Roll Hall of Fame” assieme agli altri membri fondatori degli Iron Maiden.
Stratton, che concerto è lecito attendersi?
Suoniamo tanti brani d’esordio dei Maiden, come Prowler, Phantom of the Opera, Remember Tomorrow, Running Free. Porto sul palco anche brani incisi con altri progetti e degli inediti. Questo lungo stop dovuto alle misure di contenimento del Covid ha in qualche modo intensificato l'attività in sala studio.
Come ha vissuto questi due anni?
Non benissimo, per la verità. In primis, l’interruzione del tour dopo i concerti in Abruzzo e a Roma: sono rientrato in Gran Bretagna accusando dei sintomi riconducibili al Covid. Questo, però, l’ho potuto capire solo con il senno di poi. Nelle prime settimane la situazione dal punto di vista sanitario era tutt’altro che chiara e non c’era certo la possibilità di effettuare dei test con la precisione che abbiamo adesso. Dal punto di vista del tour, poi, un vero peccato visto che c’erano delle serate in calendario in Sudafrica e in Brasile. Forse recuperiamo la parte in Sudamerica ora che si sta riprendendo fiducia nel live.
Lei è stato lunedì a vedere i Maiden a Belfast, come ha trovato il nuovo tour?
Mi ha un po’ disorientato la prima parte della scaletta, con dei pezzi che non sento tanto efficaci. Ma dopo, dal quarto o quinto brano in poi, il “groove” c’è tutto.