MUSICA
Morto D'Orazio, storico batterista dei Pooh
Aveva 72 anni, era ricoverato da una settimana a Roma e le sue condizioni sono peggiorate proprio in seguito al contagio da Covid. Il gruppo commosso su Fb: "Ciao Stefano, nostro amico per sempre"
ROMA. La sua ultima fatica era stata "Rinascerò, rinascerai", il brano composto dall'amico di sempre Roby Facchinetti per Bergamo, martoriata dal Covid-19, per cui aveva scritto un testo sincero, commovente, pieno di fiducia e rispetto per chi stava soffrendo. Stefano D'Orazio, storico batterista dei Pooh, è morto in ospedale a Roma questa notte, all'età di 72 anni. Già malato, le sue condizioni sono peggiorate proprio in seguito al contagio da Covid.
La notizia, annunciata su Twitter dall'amico Bobo Craxi, è stata confermata da Roby Facchinetti su Facebook: «STEFANO CI HA LASCIATO! Due ore fa... era ricoverato da una settimana e per rispetto non ne avevamo mai parlato... oggi pomeriggio, dopo giorni di paura, sembrava che la situazione stesse migliorando... poi, stasera, la terribile notizia», scrive.
«Abbiamo perso un fratello, un compagno di vita, il testimone di tanti momenti importanti, ma soprattutto, tutti noi, abbiamo perso una persona per bene, onesta prima di tutto con se stessa. Preghiamo per lui. Ciao Stefano, nostro amico per sempre...», si legge nel post firmato insieme dagli altri componenti del gruppo, Roby Facchinetti, Red Canzian, Dodi Battaglia, Riccardo Fogli.
Per autofinanziarsi e non pesare sul bilancio familiare D’Orazio fece la comparsa in vari film a Cinecittà grazie all’intercessione dell’attore Marcello di Falco: Rita la figlia americana; in Capriccio all’italiana, nell’episodio Il mostro della domenica, recitò letteralmente ai piedi di Totò; Bill il taciturno, Django spara per primo, Due croci a Danger Pass, Little Rita nel Far West, L’età del malessere, Pronto... c’è una certa Giuliana per te, Per 100.000 dollari t’ammazzo. Successivamente, fa parte prima dei The Planets, poi del gruppo Pataxo and the Others e infine de Il Punto, con il quale collabora alla colonna sonora del film Ettore lo fusto, da cui viene estratto un 45 giri.
Il suo ingresso nei Pooh l’8 settembre 1971, in seguito all’uscita di Valerio Negrini. La band già conosceva il batterista romano e nonostante le ritrosie del produttore Giancarlo Lucariello, lo fa entrare; dopo una settimana di prove al Vun Vun di Roma, dal successivo 20 settembre esordisce con una serie di serate di rodaggio in Sardegna. La prima canzone interpretata da solista nei concerti dal vivo è stata Tutto alle tre, ereditata dal suo predecessore Negrini.