Pieroni: questa città era ed è ispirata

28 Ottobre 2024

Il gallerista, anima di Nml a Loreto, racconta i piani per lo spazio che apre domani

PESCARA . «Sono felice che i lavori nati a Pescara negli anni 70 restino a Pescara accessibili a tutti, in modo particolare in dialogo con gli studenti di architettura dell’università di Pescara, dove a metà dicembre con Fondazione Nml inauguriamo ufficialmente la targa “Tutti i passi...” donata da Alberto Garutti». Tra passato, presente e futuro Mario Pieroni, catalizzatore di energie e progetti artistici e culturali di calibro internazionale, è testimone e continuatore infaticabile dell’eccezionale fervore che animava Pescara 50 anni fa. Come racconta di suo pugno in “Galleria Pieroni 1970-1992”(Di Paolo Edizioni), dal 1970 Pieroni aveva inserito l’arte contemporanea all’interno dell’azienda di famiglia, la Coen e Pieroni: «Nel 1975 apro il mio primo spazio espositivo dentro quello che fu il Bagno Borbonico in via delle Caserme, luogo impregnato di memoria storica in quanto carcere dalle dure, disumane condizioni che, tutt’altro che neutro, ha prodotto mostre molto ispirate (…) Pescara era una città aperta e moderna, piena di curiosità, diventata un riferimento nazionale per la sperimentazione artistica». «Sempre in via delle Caserme in quegli stessi anni» racconta Pieroni al Centro «la galleria di Lucrezia De Domizio, mia amica di infanzia, esponeva accanto a Beuys, Calzolari, De Dominicis e Pistoletto, gli artisti della Transavanguardia, dando valore ad uno spazio dell’arte aperto, non settoriale, privo di intenti speculativi. Lo stare insieme, discutere, parlare un giorno, una settimana, un mese è stato il segreto che ha dato vita ai progetti di allora». «È importante» considera il collezionista «mantenere la connessione con i giovani , è importante l’idea di dare valore a una memoria, al lavoro svolto negli anni addietro e ancora presente. Le cose non nascono dal nulla, ci sono le fondamenta, pietra su pietra il progetto di Pescara iniziato cinquant’anni fa continua con la partecipazione di tutti noi, perché l’arte è di tutti, è un’opera aperta a tutti, la realtà di No Man’s Land a Loreto Aprutino sta a significare proprio questo. È accoglienza, possibilità di coesistenza, necessità di stare insieme in una feconda vicinanza. Temi vagheggiati dagli artisti allora, e oggi tremendamente attuali. Grazie alla Fondazione Pescarabruzzo il nuovo edificio di via Michelangelo potrà accogliere concretamente questo clima culturale, i vari piani ospiteranno incontri, proiezioni e altre attività». (j,f.)