28 dicembre
Oggi, ma nel 1943, a Roma, nelle catacombe di Priscilla, nella capitale ancora occupata dai nazisti, Giuliana di Carpegna giurava, clandestinamente, poiché il fascismo aveva proibito qualsiasi forma di associazionismo, ma anche gli assembramenti di più di tre persone, da guida Agi, acronimo di Associazione guide italiane, ossia la componente in gonnella dello scoutismo, a padre Agostino Ruggi d’Aragona, detto “Arda”, carismatico domenicano e già capo commissario Asci in gioventù, dando vita alla sua promessa nel segno del trifoglio. Con lei, classe 1915, nipote del conte Mario di Carpegna che nel 1916 aveva co-fondato l'Asci e ne era anche stato il primo commissario centrale, c'erano altre sette ragazze che aderivano al movimento internazionale prodromico alla versione tricolore dell’affiliazione fondata dal britannico Robert Baden Powell che nel 1920, dal 7 luglio al 31 agosto, ad Olympia, in Inghilterra, aveva tenuto il primo jamboree dello scautismo mondiale.
La sigla iniziale, nel 1974, muterà e diverrà Agesci, inglobando anche l’Asci, il ramo maschile degli scout. Il luogo scelto per il gesto di coraggio delle otto fiere giovani -Raffaella “Lella” Berardi, Josette Bruccoleri, Maria Pia Sainjust, Beatrice Amantea, Prisca Chiassi, Monique du Rouette, Margherita “Mita” di Cossilla e la già menzionata Giuliana- era particolarmente simbolico e ricordava il sacrificio dei primi martiri cristiani. Formavano la prima squadriglia, quella degli “Scoiattoli” (nella foto, particolare, quell’iconico momento nell’immagine tratta dall’archivio storico Agesci), caratterizzata dall’adozione del motto «D’un balzo oltre l’ostacolo» e dal quaderno delle attività redatto, dal 9 settembre ’43 al 10 novembre ’44, dalla Berardi che era appellata “Scoiattolo montanaro”.
L’8 dicembre successivo, 1944, la loro formazione verrà riconosciuta ufficialmente dal Vaticano santificando il “guidismo” quale efficace e approvato metodo educativo attento alle indicazioni cattoliche e ai principi forniti dalla Santa sede. Contestualmente la principessa Maria Massimo Lancellotti verrà nominata presidente del commissariato centrale e rimarrà in carica al vertice dell’organizzazione fino alla fine di dicembre 1955, quando sarà costretta ad abbandonare per problemi di salute.