Pop e tormentoni Al via il Giro d’Italia di Gabbani

VERONA. È partito, lunedì sera, dall’Arena di Verona il tour con cui Francesco Gabbani si ripresenta dal vivo dopo la vittoria a Sanremo e l'avventura dello Eurovision Song Contest al seguito di...
VERONA. È partito, lunedì sera, dall’Arena di Verona il tour con cui Francesco Gabbani si ripresenta dal vivo dopo la vittoria a Sanremo e l'avventura dello Eurovision Song Contest al seguito di Occidentale’s Karma. Di fronte alle 1600 persone che hanno gremito il teatro per un'ora e quaranta minuti di spettacolo il cantautore di Carrara non ha pensato a effetti speciali: «Sarà un live focalizzato sulle canzoni: sento la responsabilità di dimostrare al pubblico che possono avere fiducia in me, e accontenterò chi viene solo perché sono quello di Occidentale’s Karma», ha detto Gabbani parlando con la stampa. «La scimmia non ci sarà, perché abbiamo concluso quella parentesi: mi auguro che la mia musica abbia altro da dire». L'artista lo fa proponendo in apertura Magellano tratto dall'ultimo omonimo album certificato disco d'oro, una traccia che unisce slancio filosofico e propensione al ritornello memorabile. E le diverse letture non preoccupano l'artista: «Non pretendo che chi non ha capito il significato profondo delle canzoni venga a coglierlo dal vivo, e il mio mestiere non è spiegarglielo stasera. La mia musica ha due modi di essere letta: se qualcuno viene a divertirsi e basta, gli sto comunque dando energia ed emozione». Non è un caso che, accanto a quella Susanna di Celentano già rifatta a Sanremo, in scaletta ci sia anche lo Jannacci di Vengo anch'io: «Mi ritrovo in quel suo modo di fare musica, specie in quel brano che unisce una facciata ironica e un'analisi sociale importante, il tutto avvolto in un tormentone».
I tormentoni sono anche i poli intorno a cui ruota l'intero concerto: Gabbani piazza strategicamente all'inizio Tra le granite e le granate e la super-hit Occidentali’s Karma, come per dare respiro al resto del repertorio, ma non esita a riprendere ed estendere quei ritornelli amati giocando con gli spettatori. All'entertainer si affianca il musicista, quasi sempre con la chitarra in braccio, al piano per Immenso e Maledetto amore, o al tamburo per una jam con il fratello Filippo, batterista e coautore. Alla chicca degli esordi, Clandestino, si succedono poi gli exploit pop di Amen ed Eternamente ora fino alla chiusa malinconica di La mia versione dei ricordi, introdotta da una favola in rima, e Il vento si alzerà. Un mood ribaltato dal tripudio finale con Pachidermi e pappagalli e la ripresa di Occidentali’s Karma, eseguite tra i lanci di peluche e i cori di un pubblico in piedi e in visibilio.
Il tour è arrivato ieri a Torino e prosegue per tutta l'estate e in tutta Italia con 42 date tra cui quella del 2 agosto al Teatro D’Annunzio di Pescara. «Niente San Marino, il tour all'estero si farà poi», scherza Gabbani, punzecchiando la nazione che allo Eurovision gli assegnò solo 3 punti. Soprattutto, nessun palasport: «L'ipotesi è stata scartata a priori: stiamo cercando di lavorare con dignità, costruendo passo passo un tour realistico sulla base della sincerità. Magari vedremo a fine tour». E un ritorno a Sanremo? «Adesso non so dire se lo rifarò, ma non lo escludo».
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