VENEZIA
Premio Campiello 2020 al lancianese Remo Rapino
Lo scrittore frentano vince a sorpresa con il suo Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio: "Sono felice di essere felice"
VENEZIA. Con il suo matto che «riesce a comprendere il mondo», Remo Rapino ha vinto a sorpresa il Premio Campiello 2020. Il suo "Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio" (minimum fax) ha avuto 92 voti sui 264 espressi dalla giuria dei Lettori Anonimi, con un grande stacco su tutti gli altri autori. «È stata un bella cosa guagliò poter incontrare tutte queste belle persone. Un'esperienza bellissima, un vero e proprio regalo che ho ricevuto. Un viaggio come nella poesia di Kavafis. Sono felice di essere felice» ha detto Rapino commentando a caldo la vittoria che dedica al padre che nasce nel '26 e muore nel 2010 come Liborio. Al secondo posto Sandro Frizziero con il suo "Sommersione" (Fazi, 58 voti) e al terzo Ade Zeno con "L'incanto del pesce luna" (Bollati Boringjieri), 44 voti. Francesco Guccini con la sua ballata "Tralummescur" si è dovuto accontentare del quarto posto, con 39 voti e Patrizia Cavalli con il suo primo libro di prose "Con passi giapponesi" del quinto con 31 voti.
Nel Campiello della rinascita, che dopo il lockdown si apre celebrando la finale per la prima volta a Piazza San Marco, vince uno scrittore che indaga nelle nostre certezze e false convinzioni e si afferma un piccolo editore, minimum fax. Bonfiglio Liborio «è 'una figura simbolica che tende con la sua follia a rovesciare le nostre certezze, tra Don Chisciotte e Forrest Gump. Ho ascoltato i suoi passi, la sua voce, con un linguaggio che è un flusso parlato, fatto di ombre di luce, in una lingua un po' bastarda. I romanzi si fanno con le voci, bisogna dialogare» sottolinea Rapino che ha insegnato filosofia nei licei, vive a Lanciano dove è nato nel 1951, è al suo secondo romanzo ed è autore di poesie e racconti.