IL FESTIVAL
Sanremo è di Brividi, vincono i superfavoriti Mahmood e Blanco
Al secondo posto Elisa, al terzo l'eterno ragazzo Morandi, la serata finale con la Ferilli regina accanto ad Amadeus. La critica premio Massimo Ranieri, il miglior testo a Fabrizio Moro
SANREMO. Brividi di Mahmood e Blanco conquista Sanremo. La canzone della coppia superfavorita ha vinto l'edizione numero 72 del festival campione di ascolti. Al secondo posto Elisa con O forse sei tu, al terzo l'eterno ragazzo Gianni Morandi con Apri tutte le porte. Un lungo applauso si è alzato dal salone dell'Ariston alla lettura della classifica delle prime tre posizioni da parte dell'instancabile Amadeus e Sabrina Ferilli, chiamata a condurre la serata finale. I due vincitori (stra)felici e commossi, abbracci e congratulazioni.
La sorpresa non c'è stata. Mahmood e Blanco hanno sempre condotto in cima le classifiche parziali delle cinque giornate del Festival. Il televoto da casa non ha cambiato un verdetto già scritto e che ha trovato ampio riscontro negli ascolti alle radio. Solo la giornata cover (seguita da 11,4 milioni di spettatori, 60.5% di share, il più alto dal 1995 di Pippo Baudo) aveva fatto schizzare in alto Morandi grazie alla prestazione con Jovanotti ma non tanto da superare Elisa e tantomeno Brividi.
Premio della critica "Mia Martini" a Massimo Ranieri (Lettera dal mare), premio della stampa a Gianni Morandi, miglior testo (premio Sergio Bardotti) a Fabrizo Moro (Sei tu), a Elisa invece il premio "Bigazzi" per la miglior composizione musicale assegnato dai musicisti dall'orchestra.
Si chiude così il festival della gioia e dell'amicizia, come lo ha definito Amadeus, il festival-ponte tra le generazioni che ha vinto la scommessa di intercettare i gusti della generazione Z.
La regina della serata è Ferilli. Ironia, modi diretti, eleganza sobria in voile cipria e poi nero, scherza sulla resistenza di Amadeus («Con le tue maratone surclassi Mentana a sinistra», «la forza tua ce l'hanno in tre: Iva Zanicchi, Gianni Morandi e Mattarella»), poi si prende il suo spazio e premette: «Non ho monologhi stasera. Sono stati due anni molto duri, monologhi ce ne siamo fatti anche tanti, molti temi anche fra i più belli sono stati già toccati dalle mie bravissime colleghe». Tanti ce ne sarebbero, le famiglie, le donne che lavorano, gli uomini che hanno troppo potere, la bellezza interiore, le dipendenze amorose, il femminismo, la body positivity, l'inclusione, «ma io penso che per parlare di questi argomenti bisogna che lo faccia chi ci si sporca le mani, e da palcoscenici meno scintillanti di questo. Sono molto rispettosa delle competenze altrui. E invece sui social non c'è persona che non faccia un commento su qualsiasi cosa», riflette. «Ma perché la presenza mia deve per forza essere legata a un problema? Io sto qua per il mio lavoro, le mie scelte, la cosa migliore che mi poteva accompagnare su questo palco è la mia storia, credo che sia la cosa più bella che possa accompagnare le donne ovunque». «Ho scelto la strada della leggerezza», rivendica l'attrice citando Calvino: «In tempi così pesanti bisogna planare sulle cose con un cuore senza macigni, la leggerezza non è superficialità».
LA SERATA. Aperta dall'inno di Mameli, eseguito dalla banda della Guardia di finanza, la serata scorre con l'esibizione di tutti i Big. Matteo Romano canta Virale, «è stata un'esperienza pazzesca, il sogno che si realizza», dice emozionato. Giusy Ferreri in nero e trasparenze canta Miele e saluta la figlia Beatrice a casa («Arriverò domani»), Rkomi (Insuperabile), reduce dal successo di Taxi Driver, fa professione di umiltà («Sono un cantante atipico, magari non prendo tutte le note, ma ci metto il cuore») e poi gioca a fare il personal trainer di Amadeus. Iva Zanicchi si congeda dal festival riproponendo Voglio amarti, poi nel gioco delle generazioni lascia la scena ad Aka 7even con Perfetta così.
Ovazione per Massimo Ranieri, che regala a Lettera di là dal mare il meglio della sua intensità di interprete e poi cede al Fantasanremo («Papalina!»). Noemi canta Ti amo non lo so dire vestita di frammenti di specchio. Poi tocca a Fabrizio Moro (Sei tu) e a Dargen D'Amico, che prima di far scatenare l'Ariston con Dove si balla ringrazia amaramente «il governo italiano che tende a dimenticarsi delle piccole realtà musicali, così troviamo alternative». Elisa incanta con O forse sei tu, Irama convince con Ovunque sarai. Michele Bravi in cappa nera regala i suoi fiori alla "zia Mara" Venier in prima fila, «così faccio un sacco di punti al Fantasanremo».
Ciao ciao della Rappresentante di Lista è un brano ipnotico, impossibile resistere: tutto l'Ariston ne accompagna il ritmo. Emma mette il cuore in Ogni volta è così e chiama l'applauso anche per Francesca Michelin («È stata lei la mia papalina»). Brividi, ancora, con Mahmood e Blanco, applauditissimi. «Ci avete regalato un sogno», è l'emozione di Hu, in coppia con Highsnob con Abbi cura di te. Sangiovanni (Farfalle) gioca con l'interista Amadeus mettendogli al collo una sciarpa rossonera, poi riflette: «È facile dire di ignorare i pregiudizi, ma non è facile farlo davvero. Bisogna dosare bene le parole perché sono importanti».
Dopo la performance travolgente della serata cover in duetto con Jovanotti, Morandi viene acclamato dall'Ariston con Apri tutte le porte. Poi è Chimica con Ditonellapiaga e Rettore. C'è spazio anche per un omaggio a Lucio Dalla e per un medley con Fabio Rovazzi al pianoforte e Orietta Berti vestita come la fata turchina.