Savino: «Io Libera, magistrata integerrima»
La Lunetta amata dal pubblico in una serie tv che andrà in onda da martedì prossimo su RaiUno
ROMA. Che cosa succede quando la Legge, il valore più alto nella vita di una magistrata, si scontra con il desiderio di farsi giustizia da sola? Lunetta Savino torna su Rai1 da martedì 19 novembre per 4 prime serate, con una nuova serie tv, ovvero Libera, dove interpreta un'integerrima giudice di origine siciliana che ha lottato duramente per affermarsi al tribunale della bellissima città di Trieste e che da quindici anni è tormentata dalla misteriosa morte della figlia Bianca. Prodotta dalla 11 marzo film in collaborazione con Rai Fiction vede la regia di Gianluca Mazzelli. «Io sono una divoratrice di serie legal»,- dice Lunetta Savino ma tiene a fare una distinzione, «Marina Battaglia è molto differente da Libera Orlando che mi fa pensare a una sorte di Ulisse in gonnella sempre in affanno che affronta tante sfide e vive sensi di colpa per la morte di sua figlia avvenuta 15 anni prima, è un personaggio molto sfaccettato». «Libera è una donna che è nata l'anno in cui venne approvata in Italia la legge che permette alle donne di entrare in magistratura, con una storia differente vediamo la sua dualità quando si mette a collaborare con un pregiudicato pur di scoprire la verità sulla morte di sua figlia avvenuta 15 anni prima. La novità per me è il miscuglio di generi, che rende la serie bella da interpretare, ma anche da vedere. Ho usato una gamma espressiva di attrice che avevo usato per altri ruoli, dalla commedia al dramma, però in un contesto che mi ha dato la possibilità di esplorare anche altro. È una che affronta contemporaneamente delle sfide molto difficili, faticose. Mi piacciono i suoi ritorni a casa: dopo aver affrontato le situazioni più difficili e a volte al limite della legge, rientra dalla famiglia, non da un marito, ma dalla sorella e dalla nipote» dice Lunetta Savino. La serie è stata presentata dai protagonisti nella sede Rai viale Mazzini con Matteo Martari (reduce dal successo della serie Brennero che non tornerà con una seconda stagione anche se rimane ancora nella top della classifica Raiplay ndr) e Gioele Dix, rispettivamente Pietro Zannò, uomo dal passato difficile, ed Ettore Rizzo, magistrato coetaneo della protagonista. Pietro Zannò «porta con sé un drama, ma ha un approccio scoordinato alla vita, è incapace di aderire alle regole della società, cosa che lo rende un personaggio entusiasmante. Ma dietro la scorza da duro nasconde l'anima ferita. È curioso vedere la relazione tra lui e Libera» dice Martari. Savino: «Ci sono delle battute che Pietro fa alla protagonista che evidenziano un gioco molto divertente tra i due personaggi». Martari, fa notare «Libera ogni tanto si prende delle licenze ma diventeremo una improbabile coppia di alleati». Dix dice di Ettore, collega di Libera: «È un magistrato d'eccellenza, che cerca come Libera l'equità». «Questa serie è stata scritta con grande equilibrio tra parte umana e parte istituzionale. Abbiamo costruito dei personaggi credibili: penso che la maggior parte dei magistrati sia consapevole del peso del proprio ruolo. Mi padre, avvocato, diceva di non fare l'avvocato, ma di esserlo. Abbiamo costruito qualcosa fuori dalla retorica».