Storia, arte, note, leggenda: l’Abbazia di San Clemente palco misterioso di “Insula”

23 Novembre 2024

CASTIGLIONE A CASAURIA. La bellezza ultramillenaria dell’Abbazia di San Clemente a Casauria, uno dei maggiori esempi di architettura religiosa medievale del centro-sud d’Italia, al centro della...

CASTIGLIONE A CASAURIA. La bellezza ultramillenaria dell’Abbazia di San Clemente a Casauria, uno dei maggiori esempi di architettura religiosa medievale del centro-sud d’Italia, al centro della rassegna “Insula” che questa sera a partire dalle 17 (con ingresso gratuito) presenta un articolato viaggio tra storia, suoni e creatività con la visita guidata al complesso monumentale e proiezione di “Ercolae”, progetto ispirato al femminile interiore e ai misteri reconditi della terra d’Abruzzo, dell’artista visiva Daniela D’Arielli, seguito dal concerto della violoncellista Flavia Massimo.
Tra storia, arte e leggenda la rassegna “Insula”, giunta al secondo appuntamento, trae ispirazione dal mito fondativo del monastero benedettino di San Clemente a Casauria – edificato nel paese di Castiglione a Casauria, nella Val Pescara – in cui l’insularità costituisce il topos, il tema portante che ha alimentato la narrazione storiografica. Luogo reale o teorizzazione simbolica, “l’Insula” ben si presta ad evocare un locus amoenus (luogo sereno, ameno), basti pensare alla definizione che ancora oggi è possibile leggere sull’architrave del portale d’ingresso dell’Abbazia: “Paradisi floridus ortus”, fa notare da Direzione regionale musei (Drm) che per conto del Mibact ha in carico la gestione del complesso monumentale – dichiarato monumento nazionale – la cui edificazione risale all’871 nel territorio di Castiglione a Casauria, in Val Pescara, lungo l’antico percorso della via Claudio – Valeria, dove all’epoca vi era un isolotto del fiume Pescara (Insula de Piscaria) voluta dall’imperatore Ludovico II pronipote di Carlo Magno, che volle dedicarla alla Santissima Trinità. Secondo la Drm, l’aver calcato così a fondo nell’elaborazione simbolica dell’isola sembrerebbe, infatti, un espediente utilizzato dai sapienti monaci benedettini per evidenziare la vocazione ascetica sottintesa alla vita monastica. Nel concetto di insularità, inoltre, è possibile cogliere gli echi e i richiami alla vicenda agiografica di San Clemente. La rassegna intende rielaborare questa tematica in chiave contemporanea, conferendo alla dimensione simbolica insulare il significato di “luogo protetto”. Di qui il progetto “Insula resonans” che trova nella spiccata qualità acustica degli spazi e la naturale vocazione di una grande abbazia come questa, un luogo ideale di sperimentazioni sonore con nomi di rilievo del panorama internazionale. È il caso di Flavia Massimo, violoncellista contemporanea e sound designer specializzata nella musica classica e in quella elettronica. Attraverso anni di ricerca ha sviluppato un personalissimo suono aumentando il violoncello con tecniche estese e live electronics. È direttrice artistica del festival “Paesaggi Sonori” che si svolge nei «teatri naturali» d’Abruzzo. Ha composto colonne sonore per spettacoli, performance di danza e teatro, ha realizzato installazioni interattive d’arte e sonorizzazioni. Questa sera presenterà “Glitch”, un mondo organico dove la perfezione svolazza e si distorce con grazia microcosmica. Della pratica artistica di Daniela D’Arielli, artista visiva che vive e lavora a Francavilla al Mare, va detto che il suo è un approccio multidisciplinare che guarda ai processi psicologici e manuali che perpetuano e rinnovano i legami con i rituali e le forme. La proiezione che presenta stasera, “E.r.c.o.l.æ”, acronimo di “experiment resurgent cult organism liquid æ”, è il risultato di una ricerca pluriennale in collaborazione con Pollinaria nell’ambito del progetto “Aequusol”. E.r.c.o.l.æ è un progetto corale e rappresenta l’epopea contemporanea di una figura eroica disincarnata e ubiqua.