MUSICA
Ute Lemper all'Aquila: "Canto Bob Dylan, la pace è a rischio"
L’artista tedesca martedì sera ai Cantieri dell’Immaginario: «Con I Solisti Aquilani sarà un esperimento interessante»
L’AQUILA . «Con I Solisti Aquilani sarà un esperimento interessante». Per raggiungerla al telefono c’è da comporre un prefisso internazionale, ma Ute Lemper risponde da un albergo di Vicenza, ospite di Elisabetta Sgarbi e della Milanesiana.
Valigia pronta, però, e testa già in Abruzzo dove la attendono le prove in vista del concerto di martedì 18 sul palco dei Cantieri dell'Immaginario all’Aquila (ore 21.30). Il pubblico che raggiungerà San Bernardino avrà davanti una scaletta che si propone come un viaggio nel tempo, nelle intenzioni scandite dalle canzoni del suo ultimo album “Time Traveler” così come dall’autobiografia, uscita in tedesco con titolo analogo “Die Zeitreisende”. Cantante e attrice tedesca di fama internazionale, una delle artiste vocalmente più raffinate di oggi, dividerà la scena con i Solisti diretti da Mario Corvini nello spettacolo “From Berlin to Broadway”, in un concerto in cui ripercorrerà alcuni tra i passaggi più significativi della sua carriera.
Ute Lemper ha lasciato il segno sul palcoscenico, così come sul piccolo e grande schermo registrando più di 30 dischi in 40 anni. È stata universalmente elogiata per le sue interpretazioni di Berlin Cabaret Songs, le opere di Kurt Weill e Berthold Brecht e le Chansons di Marlene Dietrich, Edith Piaf, Jacques Brel, Léo Ferré, Jacques Prevert, Nino Rota, Astor Piazzolla. La scaletta del concerto, in parte, ripercorre i passaggi e omaggi più significativi. Applauditissime le sue interpretazioni in musical e spettacoli teatrali a Broadway, a Parigi, Berlino e nel West End di Londra. Accompagnata al pianoforte da Vana Gierig suonerà anche a Lamezia Terme (giovedì 20), Mola di Bari (venerdì 21), Lucera (sabato 22). «Sono abituata a lavorare con partiture sinfoniche», ricorda, «ma qui si tratta di arrangiamenti per un'ensemble più piccola come quella dei Solisti». La direzione artistica è affidata a Maurizio Cocciolito.
Lemper, in scaletta c’è anche Blowin’ in the wind. Una scelta apparentemente insolita.
È una canzone contenuta nel mio omaggio a Marlene Dietrich con il progetto a lei dedicato. Quest’ultima aveva dimostrato il suo apprezzamento nei confronti della musica di Dylan cantando, nel 1963, una cover di Blowin’ in the Wind, il pezzo pacifista del cantautore che incontrava perfettamente il pensiero antimilitarista della cantante, tra le tante barriere che ha dovuto affrontare, anche in relazione alla Guerra Fredda e al conflitto in Vietnam.
Come valuta la situazione oggi, anche alla luce della guerra russo-ucraina?
Sono profondamente delusa. Questo conflitto sembra aver riportato l’umanità pericolosamente indietro. Dovremmo fare fronte comune contro il cambiamento climatico, anziché lasciarci trascinare in pericolosi conflitti tra superpotenze, con la minaccia del nucleare che incombe.
A Marlene Dietrich lei ha reso omaggio anche al teatro dei Marsi di Avezzano, quanto c’è della sua eredità nella sua opera?
La sua esperienza di vita mi ha segnato e sono felice di portarla in giro anche con spettacoli come quello che lo scorso anno ha fatto tappa in Abruzzo. Per me è stato molto significativo averla raggiunta al telefono nel 1988. In quella occasione parlammo della sua vita, fatta di magia e tormento, fino al rapporto profondamente controverso con la Germania. La trovai profondamente malinconica e amareggiata. In quegli anni era in una situazione difficile, costretta a rimanere lontana dalla sua patria per motivi politici. Nonostante avesse svolto un ruolo significativo nel proteggere e sostenere molte persone, le era stato impedito di rientrare nel suo Paese.
Nella sua carriera è profondo il legame con la letteratura. Quali dinamiche assume il rapporto con la sua musica?
Fino a quando ho lavorato a Broadway e nei grandi cabaret mi sono sentita come un ingranaggio di una macchina perfetta. Poi ho iniziato a lavorare su progetti miei, lasciandomi guidare dalle mie personali suggestioni ed esperienze, lasciandomi portare dalle mie letture. Così ho iniziato a lavorare su testi di Brecht, Weimar, Paul Celan fino a Neruda, Bukowski e Coelho. Anche per dare ai miei progetti una dimensione spirituale che sono felice di portare all’Aquila, sulla scalinata davanti alla basilica di San Bernardino.