Verdict vince L’Aquila film festival La Muti dà forfait
L'AQUILA. Il realismo quasi documentaristico di Verdict fa vincere al regista filippino 26enne Raymund Ribay Gutierrez la 13ªedizione dell'Aquila film festival. Un lungometraggio che a settembre ha...
L'AQUILA. Il realismo quasi documentaristico di Verdict fa vincere al regista filippino 26enne Raymund Ribay Gutierrez la 13ªedizione dell'Aquila film festival.
Un lungometraggio che a settembre ha ottenuto il Premio speciale della giuria della sezione Orizzonti alla Mostra del cinema di Venezia. La macchina da presa è puntata su uno spaccato di violenza domestica che vede per protagonista una giovane madre. Il suo compagno torna a casa ubriaco e la picchia selvaggiamente, come spesso accade. Stavolta però, fa del male anche alla piccola Angel, figlia della coppia. Parte da qui una battaglia legale con un finale tutt’altro che scontato. Questa la scelta della giuria tecnica composta dal regista Stefano Chiantini, dalla docente Ornella Calvarese e dal giornalista Fabio Iuliano.
La premiazione nella Paper Hall del conservatorio Casella, in una serata presentata dall'attore Giuseppe Ragone (protagonista anche del cortometraggio Cani di razza, fuori concorso) e dalla giornalista Germana D'Orazio. Assente l’attrice Ornella Muti: l'attesa madrina della serata, protagonista della serata di venerdì, non è intervenuta al galà finale per un'influenza.
«Ho voluto fare un film sull’argomento dopo aver incontrato una donna, sottoposta a un controllo medico legale, che aveva lividi su tutto il corpo», ha raccontato il regista Gutierrez nel presentare il suo Verdict. «Aveva subìto violenza dal marito durante un litigio. Un fenomeno piuttosto diffuso, ahimé, nelle Filippine». La scelta della giuria è caduta su questo film d'esordio in virtù dell’attualità del tema ma anche per l'originalità con cui è stato trattato dal regista, riuscito a non cadere nella retorica facile che spesso avvolge un argomento sensibile come quello della violenza domestica.
Menzione speciale della giuria per Prima che il Gallo Canti (Il vangelo secondo Andrea) di Cosimo Damiano D'Amato «per la splendida fotografia che restituisce la dimensione profonda del pensiero di Andrea Don Gallo. Un uomo che ha toccato i cuori di credenti e scettici con la sua lettura dei Vangeli fuori da ogni dogmatismo».
Questi gli altri film in concorso: L’Adieu à la nuit (Farewell to the night) di André Techiné con Catherine Deneuve; The dive, opera prima dell’israeliano Yona Rozenkier Hatzlila; Partenonas (Parthenon) del lituano Mantas Kvedaravicius e Hogar (Maternal), film tutto al femminile della regista trentina Maura Delpero, Premio speciale del pubblico. Premiati anche tre dei 27 cortometraggi in gara: Arpad Weisz e il Littoriale di Pier Paolo Paganelli che ha trovato il favore della platea; Agnus Dei 70 di Flavio Sciolè Miglior corto sperimentale, premio assegnato dall'Accademia delle Belle arti, rappresentata da Marcello Gallucci. Infine, Iceberg nations del regista spagnolo Fernando Martín Borlán, giudicato Miglior cortometraggio documentaristico dal Centro sperimentale di cinematografia, attraverso gli studenti Elia Miccichè, Luca Mondellini e Simone Rosito.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Un lungometraggio che a settembre ha ottenuto il Premio speciale della giuria della sezione Orizzonti alla Mostra del cinema di Venezia. La macchina da presa è puntata su uno spaccato di violenza domestica che vede per protagonista una giovane madre. Il suo compagno torna a casa ubriaco e la picchia selvaggiamente, come spesso accade. Stavolta però, fa del male anche alla piccola Angel, figlia della coppia. Parte da qui una battaglia legale con un finale tutt’altro che scontato. Questa la scelta della giuria tecnica composta dal regista Stefano Chiantini, dalla docente Ornella Calvarese e dal giornalista Fabio Iuliano.
La premiazione nella Paper Hall del conservatorio Casella, in una serata presentata dall'attore Giuseppe Ragone (protagonista anche del cortometraggio Cani di razza, fuori concorso) e dalla giornalista Germana D'Orazio. Assente l’attrice Ornella Muti: l'attesa madrina della serata, protagonista della serata di venerdì, non è intervenuta al galà finale per un'influenza.
«Ho voluto fare un film sull’argomento dopo aver incontrato una donna, sottoposta a un controllo medico legale, che aveva lividi su tutto il corpo», ha raccontato il regista Gutierrez nel presentare il suo Verdict. «Aveva subìto violenza dal marito durante un litigio. Un fenomeno piuttosto diffuso, ahimé, nelle Filippine». La scelta della giuria è caduta su questo film d'esordio in virtù dell’attualità del tema ma anche per l'originalità con cui è stato trattato dal regista, riuscito a non cadere nella retorica facile che spesso avvolge un argomento sensibile come quello della violenza domestica.
Menzione speciale della giuria per Prima che il Gallo Canti (Il vangelo secondo Andrea) di Cosimo Damiano D'Amato «per la splendida fotografia che restituisce la dimensione profonda del pensiero di Andrea Don Gallo. Un uomo che ha toccato i cuori di credenti e scettici con la sua lettura dei Vangeli fuori da ogni dogmatismo».
Questi gli altri film in concorso: L’Adieu à la nuit (Farewell to the night) di André Techiné con Catherine Deneuve; The dive, opera prima dell’israeliano Yona Rozenkier Hatzlila; Partenonas (Parthenon) del lituano Mantas Kvedaravicius e Hogar (Maternal), film tutto al femminile della regista trentina Maura Delpero, Premio speciale del pubblico. Premiati anche tre dei 27 cortometraggi in gara: Arpad Weisz e il Littoriale di Pier Paolo Paganelli che ha trovato il favore della platea; Agnus Dei 70 di Flavio Sciolè Miglior corto sperimentale, premio assegnato dall'Accademia delle Belle arti, rappresentata da Marcello Gallucci. Infine, Iceberg nations del regista spagnolo Fernando Martín Borlán, giudicato Miglior cortometraggio documentaristico dal Centro sperimentale di cinematografia, attraverso gli studenti Elia Miccichè, Luca Mondellini e Simone Rosito.
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