Addio a Maria, “la nonna del terremoto” dell’Aquila
![](https://images.centro.atexcloud.io/view/acePublic/alias/contentid/02975feb-8361-42ec-b0ab-db2fdd3fdcd4/0/whatsapp-image-2025-02-07-at-11-14-29-jpeg.webp?f=16:9)
Se Giustino Parisse è diventato per il mondo il padre-simbolo del terremoto de l’Aquila, sua madre, che ci ha lasciato ieri, è stata, ed é per tutti “la nonna del terremoto”
Se Giustino Parisse è diventato per il mondo il padre-simbolo del terremoto de l’Aquila, sua madre, che ci ha lasciato ieri, è stata, ed é per tutti “la nonna del terremoto”. Ci ha lasciato in queste ore Maria Papola Parisse, la donna-simbolo della Resilienza abruzzese, la moglie che dopo aver perso il marito Domenico, i due nipoti Maria Paola e Domenico Jr, i parenti più stretti e gli amici, mezza famiglia rimasta sepolta sotto le macerie di Onna, si era trasformata, in quei terribili giorni dell’aprile del 2009, nel pilastro della Resurrezione, nel cardine ultimo che sorregge il mondo e impedisce agli altri di collassare. Anche la casa di Maria era andata completamente distrutta, e lei stessa era rimasta ferita nel crollo. Giustino raccontava sempre che a casa del fratello - rimasta in piedi - si erano rifugiati lui e la moglie, feriti e attoniti per il dolore, dopo quella notte passata a dormire in macchina.
La prima assistenza, dopo l’azzeramento di una vita, erano stata l’accoglienza e l’amore ricevuti quel giorno. E Giustino raccontava anche che, nel momento più drammatico, con ancora nelle orecchie le grida del figlio sotto le macerie, il suo primo pensiero era stata quel chiodo di angoscia: “Cosa dico a mia madre?”. Tuttavia era accaduto esattamente il contrario. Nel momento del dolore assoluto era stata proprio lei, che lui non pensava di non poter consolare, a dirgli: “Giustino, forza: bisogna andare avanti! Giustino la vita continua, dobbiamo tornare a vivere. Dobbiamo farlo per noi. E soprattutto per loro”. La madre che non si arrende. La nonna che diventa rifugio, sostegno, custode della memoria.
Dopo quella notte Maria era andata ad abitare con Giustino, sotto lo stesso tetto. Aveva novant’anni. I terremoti sono sempre il punto di passaggio tra la morte e la vita, i punti di collasso delle strutture, dei paesi e delle città. Ma sono anche i momenti in cui ciò che riesce a resistere - malgrado tutto e tutti - é sorretto dalla forza di strutture architettoniche invisibili agli occhi, eppure potentissime: amore, passione, memoria, coraggio. Oggi dunque, non piangiamo la madre del nostro collega Giustino. Piangiamo una donna che con la sua storia racconta simbolicamente tante storie di dolore del Terremoto dell’Aquila. L’architrave che neanche le catastrofi riescono ad abbattere.
La camera ardente é allestita ad Onna presso la casa di Giustino Parisse. I funerali si terranno alle 11.00 di sabato nella Chiesa di Onna