penitenziario di sulmona

«Agenti di custodia a rischio infarto»

Allarme Uil: lo stress del carcere aumenta i rischi cardiovascolari

SULMONA. Sovraffollamento, carenze di personale e turni pesanti sarebbero le cause alla base delle decine di agenti penitenziari che si ammalano di patologie cardiovascolari, secondo Mauro Nardella, segretario provinciale della Uil penitenziari. «I suicidi non sono che la punta di un iceberg del mal di carcere», fa sapere il sindacalista, «molti altri sono i problemi di salute che si manifestano se sottoposti ai continui stress che un carcere produce. Pensiamo ad esempio alle problematiche cardiocircolatorie che stanno riguardando sempre di più gli operatori di polizia penitenziaria e che solo a Sulmona ha prodotto negli ultimi tempi decine di casi gravi». Secondo Nardella, poi, le ultime riforme pensionistiche, avrebbero finito per aggravare una situazione già al collasso. «Non si può certo non considerare l’evoluzione negativa che il carcere ha assunto da 10 anni a questa parte», continua il sindacalista, «da un lato il sovraffollamento carcerario con gli associati gravi problemi da esso derivanti e che negli ultimi anni ha raggiunto numeri da capogiro; dall’altro il raddoppio degli anni necessari per raggiungere, sempre che ci si arrivi vivi o quanto meno sani di mente, la fatidica pensione. Rispetto al 1995, infatti, ove in pensione si poteva andare maturati 20 anni di attività, oggi per raggiungere l’ambito riposo ce ne vogliono in molti casi non meno di 40. Un vero e proprio “ergastolo bianco”. Quarant’anni sono tanti da passare in un carcere». Da qui l'appello al Provveditorato regionale. «Chiediamo al provveditore Bruna Brunetti un forte interessamento alla causa», conclude Nardella, «per cui non possiamo non continuare ad essere preoccupati. L'auspicio della Uil è che non si continui a sottovalutare il problema e che si trovino soluzioni urgenti». (f.p.)

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