Aquila sviluppo, stato di agitazione
Fim, Fiom e Uilm: «Nessuno trova la soluzione per gestire il comprensorio industriale ex Italtel»
L’AQUILA. Scatta lo stato di agitazione dei lavoratori di Aquila Sviluppo licenziati dall’azienda, ma in parte comandati al lavoro per coprire il periodo di preavviso». Lo affermano in una nota i sindacati Fim, Fiom e Uilm. «I dipendenti hanno impugnato il licenziamento e chiesto l’intervento delle istituzioni locali. L’area “ex Italtel”, dove sono allocate una decina di aziende, è allo “sbando”, non c’è più gestione e a breve saranno sospesi tutti i servizi per morosità. Infatti Aquila Sviluppo non gestisce di fatto più nulla e il Comune, che ha rilevato gli immobili dallo scorso 2012 e che avrebbe dovuto assegnare la gestione attraverso un bando di gara a evidenza pubblica, ancora non ha provveduto all’assegnazione. È assurdo che una società pubblica come Aquila Sviluppo, in un comprensorio depresso ancor più dopo il terremoto, non abbia ancora trovato soluzioni idonee a gestire un comprensorio industriale che, per posizione logistica, capacità degli impianti e degli immobili potrebbe offrire molte opportunità occupazionali per il territorio. Invitalia, società dello Stato azionista maggioritaria di Aquila Sviluppo, ha fatto licenziare i sei dipendenti che gestivano le attività tecniche e amministrative del comprensorio e ha pensato solo a portare a chiusura la liquidazione della società, senza apportare alcun miglioramento e disinteressandosi della gestione e sviluppo dello stesso. Anche il Comune avrebbe potuto gestire il comprensorio industriale razionalizzando le spese assurde anche attraverso una revisione dei contratti coi fornitori che a oggi non hanno più ragione di esistere. Ma tutto ciò e altro ancora, non è mai avvenuto. Non viene ascoltato il personale di Aquila Sviluppo».