Aree a vincolo decaduto esposto alla Procura

Cialente: «I ritardi non sono colpa nostra, rischio di speculazioni urbanistiche» L’assessore provinciale Tinari: «Il Comune è inadempiente sul Prg»

L’AQUILA. La diatriba sulle aree bianche (o a vincolo decaduto), zone della città che necessitano di nuova normazione urbanistica, approda alla Procura della Repubblica. Il sindaco Massimo Cialente ha inviato ai pm, ma anche al Tar e alla Corte dei Conti, un esposto.

«Da anni», scrive Cialente, «quest’amministrazione si dibatte con la complessa vicenda della normazione delle aree a vincolo decaduto, problema enorme, sia per la notevole estensione sia per le implicazioni urbanistiche rispetto alle prospettive di pianificazione dell’ente. Dopo il mio insediamento nella prima sindacatura, nel 2007, si stava concretizzando un provvedimento complessivo. L’azione amministrativa, pressoché giunta a definizione, fu interrotta dal sisma. In seguito, per oltre due anni, gli uffici comunali Pianificazione e ripianificazione urbanistica sono stati concentrati nella stesura del Piano di Ricostruzione. Da un anno abbiamo ripreso il lavoro e, da diversi mesi, esso si è concluso. Ai sensi dell’articolo 30.1 delle norme tecniche di attuazione, previste dal Piano di coordinamento provinciale, abbiamo avviato le consultazioni tra il Comune e la Provincia al fine, come recita l’articolo in riferimento ai Comuni con oltre quindicimila abitanti, “di ridurre i tempi del procedimento amministrativo e di attenuare le eventuali forme di contrasto”. Dopo un lungo e proficuo lavoro coi tecnici e gli uffici della Provincia si è raggiunto l’accordo ed è stata ripetutamente convocata la conferenza dei servizi, promossa dall’amministrazione comunale. Purtroppo, anche nella riunione del 29 la Provincia, nella persona dell’assessore Roberto Tinari, si è rifiutata di firmare l’accordo, che avrebbe consentito di arrivare rapidamente alla discussione in consiglio comunale del tanto atteso provvedimento di definitiva pianificazione delle aree. Ciò adducendo una motivazione politica che imporrebbe, prima della firma, che il Comune approvasse atti di pianificazione generale, peraltro sulla base di documenti proposti dai gruppi di opposizione in consiglio comunale, dei quali Tinari, nella sua veste di consigliere, fa parte. Si tratta di un’ingerenza politica assolutamente ingiustificabile, un vero e proprio vulnus istituzionale, poiché la pianificazione urbanistica appartiene al Comune. Dal momento che, in tutti questi anni, in assenza di una normativa, il Tar ha nominato ripetutamente dei commissari ad acta, che stanno stabilendo indici edificatori più alti di quelli che andrebbe a prevedere il Comune, stravolgendo qualsiasi futura pianificazione, considerando che questi commissariamenti si traducono in costi per l’ente, per i quali la Corte dei Conti ha aperto procedimenti nei confronti di amministratori e dirigenti, segnalo che i ritardi che si vanno accumulando sono ormai indipendenti dalla volontà del Comune vengono proditoriamente provocati dall’amministrazione provinciale. Alla Procura», conclude Cialente, «si chiede di accertare se l’ennesimo e ingiustificato rinvio a una nuova data non sia da ricondurre al tentativo di guadagnare tempo, per favorire l’eventuale deposito di atti di qualche commissario, che si tradurrebbe nella concessione di parametri edificatori ben al di sopra di quanto previsto dal Comune, favorendo in tal modo eventuali speculazioni urbanistiche». Fin qui Cialente.

Non si fa attendere la replica di Tinari. «Nessun ostracismo della Provincia. Cialente e Di Stefano sanino i loro inadempimenti, soprattutto sul Prg. Come spesso accade, sindaco e assessore cercano di sottrarsi alle loro responsabilità e di scaricarle su altri. Più volte hanno promesso agli aquilani la stesura di un piano regolatore, che a oggi non è stato nemmeno pensato. Sindaco e assessore sono travolti dai ricorsi dei cittadini per colpa della loro inerzia, anche dopo le diffide, affinché il Comune provvedesse a normare nuovamente le aree. Un atteggiamento comprensibile ma non condivisibile. La volontà della Provincia», conclude Tinari, «è chiara e diretta solo ed esclusivamente a tutti i cittadini».