L'AQUILA
Auto sull'asilo, Comune e Ministero dicono no al risarcimento di 2 milioni
L'udienza sulla tragedia della morte del piccolo Tommaso, gli Enti si oppongono alla richiesta della parte civile. Indagati in quattro, aggiornamento al 6 novembre
L'AQUILA. Il Comune e il ministero dell'Istruzione si sono costituiti per contestare il loro coinvolgimento penale e risarcitorio, in particolare, nell'ambito della richiesta di danni di 2 milioni di euro avanzata alcune settimane fa dalla parte civile: è quanto accaduto nell'udienza preliminare riguardante l'inchiesta sulla morte del piccolo Tommaso D'Agostino, travolto e ucciso da un'auto il 18 maggio 2022 mentre stava giocando davanti all'ingresso della scuola dell'infanzia I maggio in via Salaria Antica est all'Aquila.
Il giudicie Guendalina Buccella ha aggiornato l'udienza preliminare al 6 novembre prossimo nella quale si deciderà tutto. In quell'occasione il legale Francesco Valentini chiederà il rito abbreviato che prevede lo sconto di pena di un terzo, per la sua assistita, la 39enne Zhorova Radostina Balabanova che era alla guida della macchina: è accusata di aver parcheggiato l'auto, una Passat, senza azionare il freno a mano e, scesa dal veicolo per riprendere da scuola i due figli gemelli, aver lasciato solo a bordo il terzo figlio di 11 anni (non imputabile).
Sarebbe stato il ragazzino, secondo la Procura, a manovrare la leva del cambio facendo muovere in discesa la macchina che poi ha ucciso il bimbo di 4 anni e ferito altri piccoli che giocavano con lui. Stando ai periti la macchina stava marciando a 27 chilometri orari. I reati contestati ai quattro indagati sono omicidio stradale, lesioni con alcune aggravanti, come aver commesso il delitto in danno di minorenni e nelle adiacenze di una scuola, oltre a violazioni del codice della strada. La pena prevista va da due a sette anni. Rischiano il processo con il rito ordinario Monia Lai, aquilana di 48 anni, dirigente scolastica della struttura per l'Infanzia; Bruno Martini, aquilano di 60 anni, responsabile del servizio prevenzione dell'istituto comprensivo Mazzini di cui fa parte la scuola dell'infanzia di Pile, e Antonello Giampaolini, anche lui aquilano di 60 anni, responsabile del settore edilizia scolastica del Comune dell'Aquila e direttore dei lavori nell'appalto del complesso scolastico. I tre sarebbero accusati in concorso, pur nella differenza dei loro ruoli, di omicidio stradale avendo omesso una valutazione dei rischi e ignorando misure di prevenzione, non disponendo una segnaletica con divieti di circolazione o una rete di recinzione robusta o un muretto che resistessero a quel tipo di impatto.
L'immobile della scuola dell'infanzia di Pile (istituto comprensivo Mazzini) è stato chiuso: risale a prima degli anni '80 ed è di proprietà del Comune dell'Aquila che ha predisposto un intervento di ristrutturazione.