Bambini e genitori in fila per vedere il Mammuth

Il Castello cinquecentesco riapre per un giorno ed è subito boom di presenze visite guidate nella sala dove si lavora al recupero dello scheletro preistorico

L’AQUILA. Hanno atteso anche ore prima di poter visitare lo scheletro del Mammuthus meridionalis vestinus, all’interno del Bastione Est del Forte spagnolo, riaperto per la prima volta a quattro anni e mezzo dal sisma. Sono le oltre 2000 persone, tra cui tantissimi bambini, che ieri hanno riempito la sala del Castello cinquecentesco, in occasione della prima Giornata nazionale delle famiglie al museo, organizzata dal ministero per i Beni culturali. Una visita gratuita, accompagnata da chi sta curando il restauro dell’elephas e in particolare da Maria Adelaide Rossi, direttore del cantiere, e Silvano Agostini, della Soprintendenza archeologica. Il reperto, infatti, è in fase di restauro dal giugno scorso, grazie alla donazione di 600mila euro da parte dei finanzieri di tutta Italia, che in segno di solidarietà con le popolazioni colpite dal sisma hanno deciso di sostenere il recupero e il riallestimento espositivo dell’eccezionale scheletro preistorico. L’intervento sarà concluso entro un anno. «Un successo inaspettato» anche per il direttore regionale per i Beni culturali e paesaggistici dell’Abruzzo Fabrizio Magani, che ha commentato: «Il vero valore è la comunità, soprattutto se si basa sulla famiglia. Questo si capisce all’Aquila, città che vuole andare alla radice delle cose. Così la nostra amministrazione vuole rispettare e allo stesso tempo aiutare a risolvere i problemi del capoluogo abruzzese. Restaurare è condividere, procederemo assieme alla progressiva riapertura dei luoghi storici». Da ieri sera, intanto, la sala che ha ospitato l’esposizione dell’elephas meridionalis è stata chiusa per permettere la prosecuzione dei lavori. Ma non sono mancate le proteste, considerato che, all’orario indicato dagli organizzatori per la chiusura, c’erano ancora lunghe file. Alcune persone hanno lamentato di essere rimaste fuori al contrario di altre riuscite comunque a entrare. Un boom di presenze che potrebbe spingere la Soprintendenza a ripetere l’esperimento. (m.c.)

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