Bilancio a De Santis, giunta fatta
Rientra la fronda Api: Riga vicesindaco fa il pieno di deleghe. Lelio De Santis dell'Idv assessore al Bilancio, a Stefania Pezzopane (Pd) il Sociale e la Cultura con i Grandi eventi
L'AQUILA. L'Api fa il pieno di deleghe, la fronda dei rutelliani rientra come d'incanto e il pulmino nove posti di Cialente corre spedito verso lo start dell'esecutivo del suo secondo mandato. Alla fine di una sonnacchiosa riunione dell'attivo del centrosinistra (convocato via Sms) con tutti i fedelissimi del sindaco in prima linea tranne l'Idv, Cialente tira fuori un elenco di nomi e li legge con tono poco enfatico e anzi quasi accelerato. Poco prima chiede alla platea della maggioranza vittoriosa alle Comunali uno «sforzo di comprensione».
A quel punto, in sala, c'è chi capisce davvero che si riferisca all'ultima parte, la più importante, del suo monologo tutto ispirato all'unità d'intenti e chi, invece, più prosaicamente, pensa che di comprensione ne serva tale e tanta, visto lo spezzettamento con annesso riaccorpamento di deleghe reso necessario dalla ragion di Stato ma che, inevitabilmente, lascia dietro di sé parecchie scorie di delusi e scontenti. La quadratura dei conti, in senso tecnico ma anche figurato, la fa il Bilancio. È questa la delega che il sindaco assegna al più grande e fiero oppositore del Cialente I: il dipietrista Lelio De Santis. Di lui gli aquilani ricordano non solo gli attacchi feroci alla giunta di centrosinistra, che neppure da destra avrebbero saputo fare di meglio. Ma anche il giallo pre-elettorale che lo escluse dalla corsa, lui capolista del partito di Di Pietro, perché mancava una firma sulla candidatura. Quella firma ora De Santis, col benestare del suo partito, è pronto a metterla sul decreto di nomina ad assessore. Oltre al Bilancio, prenderà anche l'Anagrafe.
Con lui Cialente infrange un dogma e una consuetudine. Il primo è: chi non ci mette la faccia, candidandosi, si scordi di fare l'assessore. La seconda è quell'abitudine, seguita da molti, di mettersi vicino un alleato piuttosto che un mezzo nemico. Ma se è vero che anche l'Api arriva a mollare, seppur a malincuore, l'assessorato all'Urbanistica, non senza aver incassato una maxi-delega, macerie comprese, allora sì che il momento è solenne. E il sindaco, a ragione, può snocciolare vittorioso i nomi dei suoi assessori. A Roberto Riga, che torna vicesindaco, vanno le deleghe alla Sanità, Protezione civile, Ecologia, Agricoltura, Igiene urbana, Usi civici e macerie. A Stefania Pezzopane (Pd) il Sociale e la Cultura con i Grandi eventi che erano di Marco Fanfani (Socialisti) il quale mantiene le Attività produttive. Fabio Pelini (Rifondazione) continuerà a occuparsi di Assistenza alla popolazione.
Assessorato «uno e trino» per Pietro Di Stefano del Pd che incamera le sue vecchie deleghe più i settori che furono di Riga e Vladimiro Placidi, su tutti l'Urbanistica e la Ricostruzione pubblica e privata. Alfredo Moroni del Pd si occuperà di Lavori pubblici, Patrimonio naturale, parchi e cimiteri, Energia e Smart city. Allo Sport, pari opportunità e aeroporto la pediatra Emanuela Iorio dei Cattolici democratici. Infine, alla sindacalista Cgil Betty Leone (Sel) Personale, riorganizzazione dell'ente, Urp e lavoro.
COMMISSIONI. Aria di ballottaggi anche in commissione. Prima tra tutte la Territorio, per la quale sono in lizza i consiglieri di lungo corso Enrico Perilli (Rifondazione) e Giuseppe Ludovici (Api).
C'È CHI DICE NO. Tra le poche voci fuori dal coro nella platea Pd quella del medico e consigliere rieletto Antonello Bernardi che solleva i problemi della partecipazione, della certificazione delle competenze e del mancato rispetto della «giunta di genere», ovvero il 50% alle donne (tre su nove).
RIVERA. La carta coperta del sindaco è il ripescaggio di Vincenzo Rivera (Pd) già braccio destro di Ottaviano Del Turco, che non si è candidato. Per lui Cialente pensa a un ruolo tipo city manager per il quale potrebbe chiedere al governo una proroga tutta da valutare. Chissà che ne pensa il segretario cittadino Francesco Iritale, stessa corrente, che in più si è candidato.
PRIMO CONSIGLIO. Cialente promette che non sarà una giunta balneare. Il primo consiglio comunale sarà convocato entro il 3 per riunirsi entro il 13 giugno.
A quel punto, in sala, c'è chi capisce davvero che si riferisca all'ultima parte, la più importante, del suo monologo tutto ispirato all'unità d'intenti e chi, invece, più prosaicamente, pensa che di comprensione ne serva tale e tanta, visto lo spezzettamento con annesso riaccorpamento di deleghe reso necessario dalla ragion di Stato ma che, inevitabilmente, lascia dietro di sé parecchie scorie di delusi e scontenti. La quadratura dei conti, in senso tecnico ma anche figurato, la fa il Bilancio. È questa la delega che il sindaco assegna al più grande e fiero oppositore del Cialente I: il dipietrista Lelio De Santis. Di lui gli aquilani ricordano non solo gli attacchi feroci alla giunta di centrosinistra, che neppure da destra avrebbero saputo fare di meglio. Ma anche il giallo pre-elettorale che lo escluse dalla corsa, lui capolista del partito di Di Pietro, perché mancava una firma sulla candidatura. Quella firma ora De Santis, col benestare del suo partito, è pronto a metterla sul decreto di nomina ad assessore. Oltre al Bilancio, prenderà anche l'Anagrafe.
Con lui Cialente infrange un dogma e una consuetudine. Il primo è: chi non ci mette la faccia, candidandosi, si scordi di fare l'assessore. La seconda è quell'abitudine, seguita da molti, di mettersi vicino un alleato piuttosto che un mezzo nemico. Ma se è vero che anche l'Api arriva a mollare, seppur a malincuore, l'assessorato all'Urbanistica, non senza aver incassato una maxi-delega, macerie comprese, allora sì che il momento è solenne. E il sindaco, a ragione, può snocciolare vittorioso i nomi dei suoi assessori. A Roberto Riga, che torna vicesindaco, vanno le deleghe alla Sanità, Protezione civile, Ecologia, Agricoltura, Igiene urbana, Usi civici e macerie. A Stefania Pezzopane (Pd) il Sociale e la Cultura con i Grandi eventi che erano di Marco Fanfani (Socialisti) il quale mantiene le Attività produttive. Fabio Pelini (Rifondazione) continuerà a occuparsi di Assistenza alla popolazione.
Assessorato «uno e trino» per Pietro Di Stefano del Pd che incamera le sue vecchie deleghe più i settori che furono di Riga e Vladimiro Placidi, su tutti l'Urbanistica e la Ricostruzione pubblica e privata. Alfredo Moroni del Pd si occuperà di Lavori pubblici, Patrimonio naturale, parchi e cimiteri, Energia e Smart city. Allo Sport, pari opportunità e aeroporto la pediatra Emanuela Iorio dei Cattolici democratici. Infine, alla sindacalista Cgil Betty Leone (Sel) Personale, riorganizzazione dell'ente, Urp e lavoro.
COMMISSIONI. Aria di ballottaggi anche in commissione. Prima tra tutte la Territorio, per la quale sono in lizza i consiglieri di lungo corso Enrico Perilli (Rifondazione) e Giuseppe Ludovici (Api).
C'È CHI DICE NO. Tra le poche voci fuori dal coro nella platea Pd quella del medico e consigliere rieletto Antonello Bernardi che solleva i problemi della partecipazione, della certificazione delle competenze e del mancato rispetto della «giunta di genere», ovvero il 50% alle donne (tre su nove).
RIVERA. La carta coperta del sindaco è il ripescaggio di Vincenzo Rivera (Pd) già braccio destro di Ottaviano Del Turco, che non si è candidato. Per lui Cialente pensa a un ruolo tipo city manager per il quale potrebbe chiedere al governo una proroga tutta da valutare. Chissà che ne pensa il segretario cittadino Francesco Iritale, stessa corrente, che in più si è candidato.
PRIMO CONSIGLIO. Cialente promette che non sarà una giunta balneare. Il primo consiglio comunale sarà convocato entro il 3 per riunirsi entro il 13 giugno.
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