Bottino dei tombaroli Scontro Comune-Pro loco

19 Settembre 2014

Leonio: Aia dei musei chiusa e reperti senza un luogo di raccolta De Angelis: siamo pronti a custodire i pezzi rubati, iter solo da perfezionare

AVEZZANO. È polemica tra Comune e Pro loco sull’arrivo ad Avezzano degli 86 reperti archeologici, recuperati dai carabinieri del Ros (raggruppamento operativo speciale) di Roma. In occasione della presentazione del libro che ha ricevuto l’avallo scientifico del Cnr (Consulta nazionale delle ricerche) “Lo statuto antico di Avezzano”, dell’avvocato Mario Di Domenico, presidente dell’associazione “I Marsi nel Lazio”, il vice presidente della Pro loco, Ilio Leonio, ha evidenziato come gli 86 reperti archeologici che a febbraio l’amministrazione comunale si era impegnata a ricevere su donazione dell’associazione, siano ancora bloccati a Roma nei caveau dei carabinieri. «I reperti sarebbero dovuti essere sistemati all’Aia dei Musei in via Nuova», ha spiegato Leonio al nutrito pubblico, «che a oggi però è chiusa». A febbraio, lo stesso Comune aveva annunciato in pompa magna che «il tesoro dei tombaroli era destinato a diventare il fiore all’occhiello del piccolo gioiello della cultura che sta prendendo forma nell'ex mattatoio, in via Nuova». Così non è stato. Dopo l’intervento di un cittadino, la parola è stata passata a Flavia De Sanctis, a capo dell’associazione Antiqua, responsabile dell’Aia dei Musei fino allo scorso febbraio, quando l’amministrazione comunale ha deciso di non rinnovarle l’incarico, alla scadenza. «L’Aia dei Musei è chiusa», ha confermato la De Sanctis, «ma noi ancora non ci arrendiamo e speriamo che presto si possa riprendere il cammino che aveva preso il nostro Museo». Dal palco del castello Orsini è intervenuto anche l’avvocato Di Domenico che all’incontro ha illustrato delle slades in cui sono raffigurati i reperti. «Non ho intenzione di fare polemiche politiche», il suo commento, «ma affinché questo Paese funzioni, c’è bisogno che funzionino le amministrazioni». L’assessore Gabriele De Angelis, assente all’incontro per motivi personali, come anche lo stesso sindaco Gianni Di Pangrazio, non accetta la protesta. «L'Aia dei Musei non è propriamente un museo, ma è – ed è sempre stato – un deposito museale, classificato secondo la legge regionale», spiega l'assessore, «è aperto su prenotazione per le visite alla struttura e ai reperti, fatte da personale esperto messo a disposizione dal Comune. A seguito della proposta pervenuta al Comune dall'associazione “I Marsi nel Lazio” il consiglio comunale ha emesso una delibera con cui manifestava la disponibilità ad accogliere e custodire i reperti, che però non ha avuto riscontro e per questo abbiamo inviato un sollecito. «Secondo quanto appreso», conclude De Angelis, «l'iter burocratico per l'affidamento dei reperti non è ancora perfezionato».

Magda Tirabassi

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