Carispaq dopo la sentenza «Non tocca a noi risarcire»

La banca responsabile civile in solido con l’autore della truffa da 300 milioni pronta a impugnare la sentenza dei giudici di Roma sul Madoff dei Parioli
L’AQUILA. Non sappiamo quanto dobbiamo pagare, dunque non ci risulta che dobbiamo pagare. Questa, in estrema sintesi, la reazione della Carispaq alla sentenza di primo grado del tribunale di Roma (che verrà appellata)che ha condannato a 9 anni di reclusione Gianfranco Lande, il «Madoff dei Parioli», accusato di aver messo in piedi un raggiro da 300 milioni di euro inguaiando 1700 persone tra cui vip, esponenti della nobiltà romana e semplici clienti.
Carispaq figura tra i responsabili civili, obbligati, in solido con il condannato, a risarcire i danni. Ma nella sede provvisoria della banca, nel centro direzionale di Strinella 88, non ci sono state scene di panico dopo il pronunciamento dei giudici romani. Sono intercorsi febbrili contatti con la capogruppo Bper a Modena (dove verrà presto trasferita la direzione generale della banca) per limare sedici righe di comunicato stampa firmato Carispaq spa in cui l’istituto di credito minimizza sulle accuse e rilancia.
I TRUFFATI. Tutt’altra aria, ovviamente, tira nel campo avverso, quello dei truffati. Tanto che l’avvocato Marco De Fazi, che nella vicenda ci ha rimesso 600mila euro, dichiara al quotidiano la Repubblica che «solo la banca ci pagherà visto che, da quello che so, Lande dice di non avere più un euro. Dunque tutti si rifaranno sulla banca. Bisognerà capire cosa farà la Carispaq», prosegue il legale truffato, «la banca condannata in solido con Lande per non aver vigilato. E bisognerà anche capire se l’istituto di credito ce la farà a reggere economicamente la botta. Potrà procedere in due direzioni: intraprendere la strada della liquidazione oppure trattare con i creditori cercando di ottenere degli sconti». I truffati, insomma, non la pensano affatto come la banca.
LA CARISPAQ. Ecco la posizione ufficiale della banca sulla vicenda. «In merito alle notizie di stampa relative alla sentenza emessa dal Tribunale Penale di Roma nei confronti di Carispaq nella cosiddetta vicenda Parioli, si precisa che la pronuncia di cui si tratta, pur sfavorevole alla Cassa, non ha provveduto ad alcuna quantificazione del danno posto in capo a essa; tutte le istanze di condanna provvisionale avanzate dalle parti civili costituite sono state inoltre respinte. Ne consegue che Carispaq non risulta, in base alla citata sentenza, tenuta a pagare alcuna somma, né di conseguenza a risarcire alcun danno, neppure in via provvisoria, asseritamente provocato dalle condotte dell’imputato Gianfranco Lande. Le motivazioni della sentenza saranno note nel termine di 90 giorni fissato dalla legge. Carispaq annuncia tuttavia che, avverso l’emanato provvedimento, verrà interposto appello: infatti la pronuncia afferma la responsabilità della Banca in forza di presupposti giuridici contestabili e mai applicati sino a oggi nei confronti di un ente privato, non sussistendo, in capo alla Banca, alcuna responsabilità civile indiretta per i fatti ascritti all’imputato Lande. La banca ricorda che è tuttora pendente, in attesa di decisione, ricorso alla Corte di Cassazione, adita al fine di contestare l’abnormità dei provvedimenti adottati dal Tribunale in sede di verifica della costituzione delle parti». Il direttore generale Vittorio Iannucci ha dichiarato: «Non abbiamo nulla da aggiungere a quanto scritto».
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