Centrale Snam, torna in campo il fronte del no
Parte dei consiglieri d’opposizione e i comitati criticano l’ambiguità dei politici e lanciano la proposta di un consiglio comunale riunito in seduta permanente
SULMONA. Un consiglio comunale in seduta permanente e un fronte unitario contro la Snam. In attesa dell’imminente via libera a centrale e metanodotto è già scattata in città la “caccia alle streghe” sui responsabili. Una parte dei consiglieri comunali di minoranza, Luigi La Civita, Alessandro Lucci e Mimmo Di Benedetto, resta al fianco dei comitati cittadini per l’ambiente che da otto anni guidano il fronte del no alla società del gas. È quanto confermato in una conferenza stampa, tenuta dai tre consiglieri insieme all’ambientalista Mario Pizzola. «Da una parte registriamo l’inerzia dei parlamentari e dei nostri rappresentanti a tutti i livelli verso il prossimo via libera del governo», critica Di Benedetto, «dall’altro ci si limita ad incontri col sindaco e a rimpalli di responsabilità fra i vari enti. Inoltre notiamo l’atteggiamento schizofrenico dei rappresentanti regionali che da un lato prendono decisioni ufficiali sul no al progetto e dall’altro, negli incontri pubblici,i non esprimono la stessa linea e fanno terrorismo psicologico sulla necessità di dover dare l’assenso alla centrale elettrica. Ma non si capisce che questo atteggiamento è da irresponsabili: così si indebolisce solo il fronte del no, tenendo soprattutto conto del fatto che le alternative ci sono e la Snam non le prende in considerazione solo perché sono più costose. Il nostro sindaco, poi, avrebbe dovuto guidare la mobilitazione e convocare un consiglio permanente e non stare ad aspettare che altri decidano al suo posto».
La critica più aspra arriva nei confronti dell’assessore regionale sulmonese Andrea Gerosolimo. «Stigmatizziamo il comportamento di Gerosolimitano che in un’assemblea di istituto al Fermi si è detto favorevole alla centrale elettrica», aggiunge Lucci. «Ha purtroppo espresso una posizione all’interno di una scuola, quindi facendo passare un messaggio diseducativo, e non in un tavolo politico riservato. La nostra paura è che così si apra una breccia nel fronte del no». Il movimento “No Snam”, però, prova a ricompattarsi sulla spinta della critica-denuncia ai rappresentanti istituzionali. «Samo di fronte a una politica ambigua e personalistica», interviene La Civita, «si sottende a un disegno che ancora non capiamo. Le istituzioni non fanno quello che deliberano, con un pericoloso sdoppiamento politico che rischia di pregiudicare il territorio». L’accusa principale è quella di indebolire il fronte del no e di calpestare la volontà popolare. «L’unica cosa che dovrebbe fare il governo è bocciare il progetto, sulla base della volontà di tutte le istituzioni che si sono espresse», incalza Pizzola. «Questo è l’unico caso di unanimità delle istituzioni sul no».
Federica Pantano
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