L’AQUILA. La capogruppo dell’Aquila coraggiosa, Simona Giannangeli, ha ottenuto un confronto con il manager dell’Asl 1 Abruzzo, Ferdinando Romano, e con il direttore sanitario Alfonso Mascitelli. Al centro, i destini del Centro di riabilitazione territoriale, in realtà già segnati dal contenuto di una delibera dell’Asl che ne ha stabilito il trasferimento dalla sede di Collemaggio a quella del G8, nell’area dell’ospedale San Salvatore, a partire dallo scorso 4 novembre. Un confronto con cui Giannangeli ha posto ai suoi interlocutori una serie di domande secche, ovvero «quando e come sono stati svolti i sopralluoghi nella struttura di Collemaggio, quali le criticità emerse, e in quali verbali o atti è possibile trovare traccia degli esiti dei sopralluoghi stessi». Domande a cui manager e direttore hanno risposto giustificando l’avvenuto trasferimento sulla base di tutta una serie di «sollecitazioni pervenute da decine e decine di famiglie di minori», ad oggi «entusiaste del container del G8». Al contrario, dunque, di quanto i due hanno dichiarato a proposito della sede di Collemaggio, definita da Romano «fatiscente», nonché inserita in «una zona pericolosa, con presenza di tossici e di homeless. Il container presenta infatti diversi vantaggi», secondo Romano, tra cui un «accesso indipendente e un ampio parcheggio». Giannangeli ha quindi chiesto di visionare gli esiti dei sopralluoghi attestanti la non idoneità dell’ormai ex struttura di Collemaggio, salvo poi sentirsi rispondere che «non servono sopralluoghi per rilevare le criticità» e che comunque «nulla è stato messo nero su bianco». Così come non v’è traccia delle «decine di segnalazioni», tutte giunte «attraverso telefonate». La palla ora passa in terza commissione, la cui convocazione «si è resa urgente», ha concluso la consigliera.(t.d.b.)
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