RIMINI

Chat a luci rosse con studentessa minorenne: prof delle medie a processo

L'uomo di 45 anni risiede a L'Aquila: relazione, platonica, con una 15enne riminese che era stata sorpresa dalla madre a scattarsi foto con il cellulare mentre era nuda

L'AQUILA. Per le chat a luci rosse con una studentessa minorenne finisce sotto processo con l'accusa di adescamento di minori un professore 45enne residente a L'Aquila. 

La procura della Repubblica di Rimini ha chiesto nei confronti dell'insegnante di Lettere delle medie la condanna ad un anno di reclusione. Il giudice ha aggiornato l'udienza al 21 ottobre per repliche e sentenza.

L'uomo, difeso dall'avvocato del foro dell'Aquila Francesco Valentini, nel 2019, come riportano i quotidiani locali, avrebbe intrattenuto una relazione, platonica, con una 15enne riminese che era stata sorpresa dalla madre a scattarsi foto con il cellulare mentre era nuda e ad inviarle ad alcuni contatti.

La denuncia della donna era stata trasmessa per competenza alla Procura distrettuale di Bologna che era riuscita a risalire all'identità di tre uomini con le quali la ragazzina chattava abitualmente e in maniera esplicita parlando di sesso.

Tra questi contatti maschili dell'adolescente riminese c'era anche quello del docente residente in Abruzzo. 

Nel corso della perquisizione domiciliare del professore la polizia postale ha sequestrato un telefono cellulare, un computer portatile, un hard disk e altri supporti informatici.

Dalle analisi dei file - secondo l'avvocato difensore - non erano state trovate foto della ragazzina riminese tanto che le accuse sarebbero basate solo su chat. La Polpost però, nel 2019, aveva anche scoperto foto e screenshot di frasi a luci rosse copiate in una chat di Instagram e filmati con minorenni e un video di pochi secondi in cui veniva ripreso un alunno di una scuola in cui l'insegnante aveva lavorato. Il ragazzo era seduto con le mani legate dietro.

Ma quest'ultimo procedimento - riferisce la difesa - sarebbe stato definitivamente archiviato dal Tribunale di Rieti perché generato da un equivoco poi chiarito dallo stesso ragazzo ritratto in video.