Cialente: forniti dati sbagliati al ministro
Il sindaco dell'Aquila sul Piano Marshall: subito le deroghe o faccio lo sciopero della fame
L'AQUILA. «Piena di inesattezze». Così il sindaco Massimo Cialente descrive alcuni passaggi della relazione sullo stato della ricostruzione post-sisma, che il ministro Fabrizio Barca ha tenuto in commissione Ambiente della Camera. Cialente punta il dito sui dati "imprecisi" forniti dal ministro. Anche il coordinatore delle aree omogenee del cratere, Emilio Nusca, manda a dire a Barca che servono, a questo punto, azioni «più concrete e non più chiacchiere».
«Ho letto il documento e la relazione del ministro per la Coesione sociale, Fabrizio Barca», commenta il sindaco Massimo Cialente, «e contiene inesattezze che derivano dai dati forniti al ministro dalla Struttura tecnica di missione sulla situazione delle case: sono stati sommati in modo sbagliato i numeri relativi alle case B, C ed E».
Ma la delusione di Cialente non si limita a questo. «Dall'audizione non è emerso nulla, ad esempio, su chi processerà i progetti e su come il governo intende aiutare il Comune ha sopperire alla carenza di personale. Qui siamo in tempi di guerra».
Ma c'è una dichiarazione in particolare che getta "nello sconforto" il sindaco. «Barca ha detto che ci sono le condizioni perché l'istruttoria di tutte le domande di contributo per le case E si concluda il 31 agosto. Sapete che cosa significa? Che i cantieri apriranno a fine anno e la ricostruzione vera e propria partirà tra la fine del 2013 e il 2014, prolungando l'emergenza assistenziale e abitativa a tutto il 2014».
«Questo significa», precisa Cialente, «ricevere dallo Stato altre decine e decine di milioni. Ho incontrato il ministero dell'Economia due giorni fa», rcorda Cialente, «al quale ho chiesto 80 milioni di qui alla fine dell'anno: la cifra che serve per l'assistenza».
Scarsa informazione? Cialente contesta a Barca anche quando dice che i citadini non sono stati informati delle molte cose fatte. «Chiedo, qual è il "molto" che è stato fatto?», aggiunge il sindaco, «dove sono, ad esempio, i finanziamenti per le scuole dell'Aquila?».
Quanto al cosiddetto "Piano Marshall" inviato al premier Monti, al presidente Napolitano e allo stesso ministro Barca, Cialente insiste: «E' indispensabile per la sopravvivenza del Comune adottare le deroghe da me indicate. In caso contrario, farò sciopero della fame». Anche il coordinatore delle aree omogenee del cratere, Emilio Nusca, manda a dire a Barca che servono, a questo punto, azioni «più concrete e non più chiacchiere». E cioè: «L'istituzione immediata degli uffici comprensoriali, lo sblocco dei lavoratori co.co.co, che si occupano di tutte le pratiche della ricostruzione. E' urgente, poi», aggiunge il sindaco che ha ricevuto la fiducia del centrosinistra alla ricandidatura del 6 maggio, «che i 26 piani di ricostruzione depositati alla Stm vadano subito all'intesa del commissario Chiodi».
Ma c'è un altro aspetto che Barca non deve sottovalutare: «L'esigenza di anticipare il rilancio socio-economico, legato a doppio filo alla ricostruzione dell'Aquila e dei Coumni. Di questo dobbiamo discutere subito», conclude Nusca, «se non vogliamo morire». Anche per il capogruppo di Grande Sud alla Camera, Aurelio Misiti, quella del ministro Barca «è un'analisi parziale della ricostruzione dell'Aquila». Intanto il ministro si prepara a tornare nella città terremotata il 16 e 17 marzo.
«Ho letto il documento e la relazione del ministro per la Coesione sociale, Fabrizio Barca», commenta il sindaco Massimo Cialente, «e contiene inesattezze che derivano dai dati forniti al ministro dalla Struttura tecnica di missione sulla situazione delle case: sono stati sommati in modo sbagliato i numeri relativi alle case B, C ed E».
Ma la delusione di Cialente non si limita a questo. «Dall'audizione non è emerso nulla, ad esempio, su chi processerà i progetti e su come il governo intende aiutare il Comune ha sopperire alla carenza di personale. Qui siamo in tempi di guerra».
Ma c'è una dichiarazione in particolare che getta "nello sconforto" il sindaco. «Barca ha detto che ci sono le condizioni perché l'istruttoria di tutte le domande di contributo per le case E si concluda il 31 agosto. Sapete che cosa significa? Che i cantieri apriranno a fine anno e la ricostruzione vera e propria partirà tra la fine del 2013 e il 2014, prolungando l'emergenza assistenziale e abitativa a tutto il 2014».
«Questo significa», precisa Cialente, «ricevere dallo Stato altre decine e decine di milioni. Ho incontrato il ministero dell'Economia due giorni fa», rcorda Cialente, «al quale ho chiesto 80 milioni di qui alla fine dell'anno: la cifra che serve per l'assistenza».
Scarsa informazione? Cialente contesta a Barca anche quando dice che i citadini non sono stati informati delle molte cose fatte. «Chiedo, qual è il "molto" che è stato fatto?», aggiunge il sindaco, «dove sono, ad esempio, i finanziamenti per le scuole dell'Aquila?».
Quanto al cosiddetto "Piano Marshall" inviato al premier Monti, al presidente Napolitano e allo stesso ministro Barca, Cialente insiste: «E' indispensabile per la sopravvivenza del Comune adottare le deroghe da me indicate. In caso contrario, farò sciopero della fame». Anche il coordinatore delle aree omogenee del cratere, Emilio Nusca, manda a dire a Barca che servono, a questo punto, azioni «più concrete e non più chiacchiere». E cioè: «L'istituzione immediata degli uffici comprensoriali, lo sblocco dei lavoratori co.co.co, che si occupano di tutte le pratiche della ricostruzione. E' urgente, poi», aggiunge il sindaco che ha ricevuto la fiducia del centrosinistra alla ricandidatura del 6 maggio, «che i 26 piani di ricostruzione depositati alla Stm vadano subito all'intesa del commissario Chiodi».
Ma c'è un altro aspetto che Barca non deve sottovalutare: «L'esigenza di anticipare il rilancio socio-economico, legato a doppio filo alla ricostruzione dell'Aquila e dei Coumni. Di questo dobbiamo discutere subito», conclude Nusca, «se non vogliamo morire». Anche per il capogruppo di Grande Sud alla Camera, Aurelio Misiti, quella del ministro Barca «è un'analisi parziale della ricostruzione dell'Aquila». Intanto il ministro si prepara a tornare nella città terremotata il 16 e 17 marzo.
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