«Collemaggio pronta entro fine anno»
Vittorini (Soprindentenza) rassicura sui tempi. I tesori svelati
L’AQUILA. Smontate e numerate una per una, ripulite e restaurate, le pietre bianche e rosa sono tornate in questi giorni ognuna al proprio posto, per ricomporre i giochi cromatici, le geometrie dei disegni e la simbologia che caratterizza il pavimento di Collemaggio. Un altro importante passo in avanti verso la riapertura della basilica, prevista per la fine dell’anno. Con un progetto ambizioso, infatti, l’Eni ha deciso di finanziare, per un totale di circa 14 milioni, i lavori del complesso abbaziale, affidandosi all’esperienza della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per L’Aquila e cratere, e di chiuderli nel giro di due anni, entro il 31 dicembre. «Un traguardo che sarà senz’altro raggiunto», secondo la soprintendente Alessandra Vittorini, «anche se è ancora presto per stabilire una data di inaugurazione del lavoro». Intanto, all’interno della chiesa, nutrite squadre di operai, diretti dall’architetto Antonello Garofalo per la parte strutturale e da Bianca Maria Colasacco per quella storico-artistica, lavorano quotidianamente per permettere il taglio del traguardo. In molti, in questi giorni, hanno potuto notare come l’abside sia stata liberata dall’impalcatura esterna, ma i lavori ormai completi anche all’interno sono numerosi: è praticamente concluso, infatti, il consolidamento statico.
COPERTURA. «Sono stati messi a nudo il tavolato e le capriate di legno», spiega la soprintendente Vittorini. «Sul tavolato sono stati stesi strati di copertura in Xlam, legno lamellare che è capace di fare resistenza in tutte le direzioni, una superficie leggera che in sommità tiene ancorate tra di loro le pareti longitudinali. Al termine di questo lavoro si è passati al posizionamento dei coppi. Quando sarà conclusa questa fase potrà iniziare lo smontaggio dei ponteggi che purtroppo durante la Perdonanza erano ancora in basilica, in supporto alle lavorazioni in copertura. Comincerà poi la liberazione di tutta la navata. Aspetto con ansia il momento in cui sarà finalmente possibile vedere l’aula libera».
TORRIONE. È stato restaurato il paramento esterno, anche nelle parti non visibili, della bassa torre al fianco della facciata. «È stato anche montato», continua la soprintendente, «un impianto di dissuasione dei volatili su tutta la basilica».
FACCIATA. La facciata era stata interamente restaurata nel 2000 e con il terremoto del 2009 non aveva avuto grossi danni, anche grazie alla presenza di un ponteggio. «Operando con una struttura mobile, un cestello, senza occludere la visuale della basilica», spiega la Vittorini, «sono state fatte una serie di verifiche sullo stato del paramento murario».
PAVIMENTO. «Il lavoro più importante dell’ultimo periodo è stato forse quello sul pavimento, che finora era coperto da un tavolato protettivo», continua la soprintendente. «Questo tavolato via via è stato rimosso per permettere lo smontaggio delle pietre». Maggiori problemi sono stati evidenziati nella zona del transetto, dove il danno del crollo violento della copertura, nel 2009, aveva messo a dura prova anche la pavimentazione. «Per un lungo periodo quella zona della basilica è stata anche esposta alle intemperie», racconta la soprintendente. Ci sono state perciò diverse aree di sprofondamento. La pietra rosa è molto delicata. Sono state riportate in piano le superfici e sono stati effettuati microconsolidamenti prima di rimuovere le pietre, in nessun caso sostituite.
ALTARI. L'altare di sinistra dell’abside è ormai terminato. Risanato anche quello di destra che aveva maggiori problemi statici: le colonne, infatti, si erano leggermente distaccate. «Abbiamo riscontrato grandissima disponibilità da parte delle maestranze, dell’impresa, dei restauratori», afferma la Vittorini, «questa fase ci preoccupava molto perché delicata, ma si sta procedendo speditamente».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
COPERTURA. «Sono stati messi a nudo il tavolato e le capriate di legno», spiega la soprintendente Vittorini. «Sul tavolato sono stati stesi strati di copertura in Xlam, legno lamellare che è capace di fare resistenza in tutte le direzioni, una superficie leggera che in sommità tiene ancorate tra di loro le pareti longitudinali. Al termine di questo lavoro si è passati al posizionamento dei coppi. Quando sarà conclusa questa fase potrà iniziare lo smontaggio dei ponteggi che purtroppo durante la Perdonanza erano ancora in basilica, in supporto alle lavorazioni in copertura. Comincerà poi la liberazione di tutta la navata. Aspetto con ansia il momento in cui sarà finalmente possibile vedere l’aula libera».
TORRIONE. È stato restaurato il paramento esterno, anche nelle parti non visibili, della bassa torre al fianco della facciata. «È stato anche montato», continua la soprintendente, «un impianto di dissuasione dei volatili su tutta la basilica».
FACCIATA. La facciata era stata interamente restaurata nel 2000 e con il terremoto del 2009 non aveva avuto grossi danni, anche grazie alla presenza di un ponteggio. «Operando con una struttura mobile, un cestello, senza occludere la visuale della basilica», spiega la Vittorini, «sono state fatte una serie di verifiche sullo stato del paramento murario».
PAVIMENTO. «Il lavoro più importante dell’ultimo periodo è stato forse quello sul pavimento, che finora era coperto da un tavolato protettivo», continua la soprintendente. «Questo tavolato via via è stato rimosso per permettere lo smontaggio delle pietre». Maggiori problemi sono stati evidenziati nella zona del transetto, dove il danno del crollo violento della copertura, nel 2009, aveva messo a dura prova anche la pavimentazione. «Per un lungo periodo quella zona della basilica è stata anche esposta alle intemperie», racconta la soprintendente. Ci sono state perciò diverse aree di sprofondamento. La pietra rosa è molto delicata. Sono state riportate in piano le superfici e sono stati effettuati microconsolidamenti prima di rimuovere le pietre, in nessun caso sostituite.
ALTARI. L'altare di sinistra dell’abside è ormai terminato. Risanato anche quello di destra che aveva maggiori problemi statici: le colonne, infatti, si erano leggermente distaccate. «Abbiamo riscontrato grandissima disponibilità da parte delle maestranze, dell’impresa, dei restauratori», afferma la Vittorini, «questa fase ci preoccupava molto perché delicata, ma si sta procedendo speditamente».
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