LE INTERCETTAZIONI/ nuovi retroscena
«Comune paralizzato per paura delle inchieste»
L’AQUILA. Le turbolenze in maggioranza, la preoccupazione di un Pd in crisi e la paura dei funzionari ad amministrare, consapevoli delle inchieste sul Comune. Questi gli ulteriori aspetti che...
L’AQUILA. Le turbolenze in maggioranza, la preoccupazione di un Pd in crisi e la paura dei funzionari ad amministrare, consapevoli delle inchieste sul Comune. Questi gli ulteriori aspetti che emergono dalle intercettazioni nell’inchiesta, per ora archiviata, su una presunta induzione indebita da parte del sindaco Massimo Cialente.
LA PAURA. «Non ne posso più», dice il sindaco confidandosi con un interlocutore, «di indagini su indagini, registrazioni, che palle... non c’è serenità a lavorare, i miei stanno terrorizzati. Non riesco più a fa niente, capito? Dobbiamo comprà la carta igienica? Oddio ci dobbiamo comprà la carta igienica! Ormai c’è il terrore. Mi sono rovinato la vita e la salute». Si tratta di conversazioni risalenti a un paio di anni fa quando, in effetti, vi erano diverse inchieste in piedi con sequestri in Comune anche se, poi, molte di queste, finiranno in archivio. Questo stato di cose si riverbera a maggior ragione quando si tratta di bilancio in tema di Corte dei conti. «I sindaci», dice ancora il primo cittadino conversando con un altro interlocutore, «hanno il potere di dare degli input ma se poi un dirigente dice “non firmo”... Ormai funziona così».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
LA PAURA. «Non ne posso più», dice il sindaco confidandosi con un interlocutore, «di indagini su indagini, registrazioni, che palle... non c’è serenità a lavorare, i miei stanno terrorizzati. Non riesco più a fa niente, capito? Dobbiamo comprà la carta igienica? Oddio ci dobbiamo comprà la carta igienica! Ormai c’è il terrore. Mi sono rovinato la vita e la salute». Si tratta di conversazioni risalenti a un paio di anni fa quando, in effetti, vi erano diverse inchieste in piedi con sequestri in Comune anche se, poi, molte di queste, finiranno in archivio. Questo stato di cose si riverbera a maggior ragione quando si tratta di bilancio in tema di Corte dei conti. «I sindaci», dice ancora il primo cittadino conversando con un altro interlocutore, «hanno il potere di dare degli input ma se poi un dirigente dice “non firmo”... Ormai funziona così».
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