Comuni reatini pronti a lasciare il Lazio
Prime adesioni all’idea di Cialente di riallargare i confini. Il sindaco di Cittaducale: si può fare, ci sentiamo abruzzesi
L’AQUILA. Il messaggio lanciato dall’Ungheria ha colto nel segno. ha varcato quei confini che Cialente vuole modificare, con l’«annessione» di alcuni Comuni ora reatini ma che fino al 1927 appartenevano alla provincia dell’Aquila. Nuovi consensi attorno alla proposta del sindaco Massimo Cialente (la famiglia del nonno proviene da Leonessa) di riaccogliere quei Comuni che furono sottratti all’Aquila durante il ventennio fascista per formare la provincia di Rieti che è nell’elenco degli enti in via di dismissione a causa della revisione della spesa. Oltre alle entusiastiche dichiarazioni su Facebook ci sono anche consensi in sedi istituzionali.
Il sindaco di Cittaducale Roberto Ermini argomenta la sua posizione. «La proposta di Cialente ci interessa molto», afferma l’amministratore del centro reatino. «Ne ho parlato in via informale anche con altri amministratori dei Comuni di Antrodoco, Borgo Velino, Petrella Salto, Castel Sant’Angelo, Fiamignano e non ho trovato resistenze. Ovviamente in questa fase c’è anche chi guarda ad altre realtà territoriali come Viterbo oppure l’Umbria. Secondo me l’unico sbocco è L’Aquila. Ne faccio un discorso sentimentale: io mi sento abruzzese, come credo la maggior parte dei miei concittadini. È una questione di trascorsi storici. Ovviamente bisognerà dare corso a una serie di attività istituzionali e individuare la strada da percorrere alla luce delle novità avanzate dal governo Monti. A questo punto gli amministratori aquilani devono farsi parte diligente affinché queste idee possano camminare per i giusti percorsi. Da soli», continua il sindaco di Cittaducale, «non possiamo farcela ma la volontà c’è, ve lo posso assicurare. L’idea è quella di procedere con un referendum popolare per votare l’approdo con L’Aquila, il cui esito appare scontato. Per portare avanti l’iniziativa serve un coordinamento di sindaci, pur nel rispetto delle specificità. Il movimento di opinione favorevole al ritorno nel territorio aquilano esiste, ma va alimentato coordinando le energie».
La strada del referendum è stata tentata, nel 2008, dal Comune di Leonessa, nell’Alta Sabina, altro tenimento aquilano ceduto alla provincia di Rieti. L’esperimento non è andato a buon fine, nel senso che non è stato raggiunto il quorum necessario per la validità della consultazione popolare. In quel caso il quesito proposto ai cittadini era quello di «separarsi dalla Regione Lazio per entrare a far parte integrante della Regione Umbria» e segnatamente della provincia di Terni. Sul totale degli elettori (2290) i votanti furono 1207 pari al 52,71 per cento. Il quorum necessario per validare il test elettorale era di 1146 voti favorevoli che avrebbero dato corso alle procedure per il cambio di provincia. I sì all’Umbria furono 926 rispetto ai 238 no espressi da quei cittadini che preferirono restare nel Lazio. Ora Cialente potrebbe tornare a bussare a Leonessa, dove esiste ancora la Porta Aquilana oltre alla tenuta di Santogna su cui la popolazione del capoluogo abruzzese detiene tuttora diritti di uso civico.
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