Confesercenti: a rischio 450 imprese su 900

27 Gennaio 2013

Allarme di Pagliaro e Rossi: l’entrata in vigore della Tares provocherà chiusure la pressione fiscale sta raggiungendo livelli insopportabili per tutti

SULMONA. Sono 450 su 900 le piccole e medie imprese a rischio chiusura in Centro Abruzzo entro i prossimi mesi, a causa dell’entrata in vigore della Tares, oltre che per la pressione fiscale e i rincari vari. La Confesercenti prova a correre ai ripari chiedendo ai Comuni della zona di rivedere i parametri del nuovo Tributo comunale su rifiuti e servizi, che andrà a sostituire la Tarsu (Tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani). Secondo il Centro studi Confesercenti Abruzzo nel 2011 in provincia dell'Aquila hanno chiuso i battenti 1.867 aziende e il rischio è che per il 2012, da poco concluso e con i dati ancora allo studio, ne siano andate perse almeno altre 900, la metà delle quali in Centro Abruzzo (su circa 500 iscritti).

«La pressione fiscale sta raggiungendo livelli insopportabili per tutti», attaccano il presidente e il direttore provinciale di Confesercenti, Alfredo Pagliaro e Carlo Rossi, «vanificando la capacità di consumo della maggior parte delle persone sempre più trascinate verso il disagio sociale e le imprese verso la chiusura. Per questo motivo chiediamo di rivederne i parametri del tributo per non penalizzare ulteriormente il tessuto produttivo». Cospicui saranno gli aumenti correlati alla nuova tariffa sui rifiuti, secondo l’associazione di categoria. «Con l’entrata in vigore della Tares», spiegano Pagliaro e Rossi, «si può ipotizzare un aumento della tassa da un minimo del 15 per cento a un massimo del 45, poiché con la tariffa va garantita la copertura dell’intero costo del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, oltre che i cosiddetti servizi invisibili. Fra cui la cura del verde, l’illuminazione e la manutenzione delle strade, calcolati in 30 centesimi per ogni metro quadrato dell’immobile, importo che i Comuni potranno incrementare fino a 40 centesimi. Ad aggravare la situazione vi è anche il fatto che la Tares non sembra prevedere alcune riduzioni previste dai vecchi regolamenti sulle superfici non utilizzate e che non producono rifiuti, con un conseguente aggravio non sostenibile per le attività già provate dalla crisi». La soluzione tracciata dalla Confesercenti, quindi, è l’applicazione di esenzioni e sgravi alle piccole imprese, con revisione dei parametri della nuova tariffa. «Per la Tares e l’aggravio ulteriore di costi che questa comporterà per case private, botteghe artigiane, negozi e capannoni», aggiungono Rossi e Pagliaro, «Confesercenti non farà mancare il massimo impegno per intervenire affinché l’impatto su imprese e cittadini di questa nuova gabella, sia il meno pesante possibile. Chiederemo a tutti i Comuni della Provincia un incontro: si dia corso ad una vera azione riformatrice, con misure anti-crisi».

Federica Pantano

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