Conservatorio, via libera ai lavori a Collemaggio
L’annuncio del governo: «L’ex monastero sarà recuperato con 18 milioni» Superato lo stallo del ricorso di una ditta esclusa: l’ente musicale riavrà la sede
L’AQUILA. Via libera per il recupero edilizio dell’ex monastero di Collemaggio, per un importo di oltre 18 milioni. Tornerà presto a essere la sede del Conservatorio Alfredo Casella, come prima del terremoto. Ad annunciare l’ok ai lavori, con una nota dal proprio sito istituzionale, lo stesso ministero delle Infrastrutture con a capo Danilo Toninelli. «La ricostruzione dell’Aquila sarà presto arricchita da un’altra opera riqualificata, grazie al via libera per il recupero edilizio dell’ex monastero di Collemaggio», si legge nel comunicato in cui è specificato anche che «l’ex monastero dei Celestini tornerà a ospitare il Conservatorio di musica. È un imponente complesso abbaziale annesso all’omonima basilica, di recente riaperta al culto».
La basilica di Collemaggio, infatti, è tornata agibile a dicembre del 2017, dopo un intervento di restauro finanziato in gran parte dall’Eni. Da allora, tuttavia, niente si era saputo sul destino dell’ex convento fortemente danneggiato dal sisma e in abbandono da ormai dieci anni, tanto che proprio dalle finestre rimaste aperte della struttura da qualche tempo fanno bella mostra di sé arbusti ed erbacce.
«Il luogo è celebre per essere stato sede della consacrazione di Papa Celestino V, di cui custodisce le spoglie», continua la nota, che spiega: «La riqualificazione era bloccata a causa di un ricorso proposto da uno dei concorrenti alla procedura aperta indetta da parte del Provveditorato alle opere pubbliche di Lazio-Abruzzo-Sardegna: ora, dopo la pubblicazione della sentenza definitiva del Consiglio di Stato, si potrà procedere con l’intervento edilizio senza ulteriori indugi, per restituire alla città uno dei suoi più pregevoli monumenti, danneggiato in modo grave dal sisma del 2009. L’importo complessivo del progetto è di 18.200.000 euro».
L’ex monastero, adiacente alla basilica, sul suo lato destro, subì gravi danni dal terremoto del 1456, prima del quale presentava una torre sul lato orientale, in corrispondenza dell’abside della chiesa. La sua ricostruzione avvenne presumibilmente in seguito all’altro terremoto del 1461. L’edificio conserva tuttavia l’impianto planimetrico originale, articolato su un chiostro quadrato e porticato sul quale si affacciano i vari ambienti; tra questi, il più importante è il refettorio dei monaci, una vasta stanza con volta a crociera e che presenta grandi affreschi cinquecenteschi, tra cui anche una Crocifissione attribuita a Saturnino Gatti. Alla soppressione dell’ordine, avvenuta nel 1807, il complesso è stato riconvertito. Negli anni precedenti al terremoto ha ospitato il Conservatorio che dall’aprile 2009 ha sede in una struttura prefabbricata, ma potrebbe presto tornare nella sua storica sede.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
La basilica di Collemaggio, infatti, è tornata agibile a dicembre del 2017, dopo un intervento di restauro finanziato in gran parte dall’Eni. Da allora, tuttavia, niente si era saputo sul destino dell’ex convento fortemente danneggiato dal sisma e in abbandono da ormai dieci anni, tanto che proprio dalle finestre rimaste aperte della struttura da qualche tempo fanno bella mostra di sé arbusti ed erbacce.
«Il luogo è celebre per essere stato sede della consacrazione di Papa Celestino V, di cui custodisce le spoglie», continua la nota, che spiega: «La riqualificazione era bloccata a causa di un ricorso proposto da uno dei concorrenti alla procedura aperta indetta da parte del Provveditorato alle opere pubbliche di Lazio-Abruzzo-Sardegna: ora, dopo la pubblicazione della sentenza definitiva del Consiglio di Stato, si potrà procedere con l’intervento edilizio senza ulteriori indugi, per restituire alla città uno dei suoi più pregevoli monumenti, danneggiato in modo grave dal sisma del 2009. L’importo complessivo del progetto è di 18.200.000 euro».
L’ex monastero, adiacente alla basilica, sul suo lato destro, subì gravi danni dal terremoto del 1456, prima del quale presentava una torre sul lato orientale, in corrispondenza dell’abside della chiesa. La sua ricostruzione avvenne presumibilmente in seguito all’altro terremoto del 1461. L’edificio conserva tuttavia l’impianto planimetrico originale, articolato su un chiostro quadrato e porticato sul quale si affacciano i vari ambienti; tra questi, il più importante è il refettorio dei monaci, una vasta stanza con volta a crociera e che presenta grandi affreschi cinquecenteschi, tra cui anche una Crocifissione attribuita a Saturnino Gatti. Alla soppressione dell’ordine, avvenuta nel 1807, il complesso è stato riconvertito. Negli anni precedenti al terremoto ha ospitato il Conservatorio che dall’aprile 2009 ha sede in una struttura prefabbricata, ma potrebbe presto tornare nella sua storica sede.
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