Controlli lenti in centro commercianti in rivolta
Cioni (Ascom): troppe ditte hanno chiuso i battenti e altre stanno per farlo Riga rassicura: la sicurezza è prioritaria ma le attività devono continuare
L’AQUILA. Proseguono a ritmo serrato i controlli sui puntellamenti in centro storico. Intanto, i commercianti preparano la protesta.
La Confcommercio, nei prossimi giorni, riunirà il direttivo per decidere tempi e modalità dello stato di agitazione dell'intera categoria. Sotto accusa «le scelte sporadiche e casuali dell'amministrazione e la totale mancanza di progettualità».
Ieri, il vice sindaco, Roberto Riga, ha incontrato un gruppo di esercenti della zona alta di Corso Vittorio Emanuele e ha garantito «la prosecuzione delle verifiche sui puntellamenti, per la sicurezza degli stessi operatori e dei cittadini. Il centro storico deve continuare a vivere», le parole di Riga, «faremo i dovuti controlli perché la priorità assoluta è la sicurezza, ma le attività commerciali potranno continuare a lavorare”. Rassicurazioni che non hanno convinto del tutto i commercianti. Ad alzare il tono della protesta sono, soprattutto, le associazioni di categoria, dopo le ordinanze a singhiozzo di chiusura e riapertura del centro.
«Dopo il sisma 2009», afferma Celso Cioni, direttore regionale della Confcommercio, «hanno riconsegnato le licenze almeno 150 titolari di attività del centro storico, a cui si aggiungono centinaia di aziende in crisi, che rischiano di chiudere i battenti nei prossimi mesi a causa della crisi economica e delle difficoltà di accesso al credito».
Confcommercio e Confesercenti hanno chiesto un incontro urgente con il Prefetto e vogliono avere voce in capitolo nelle scelte dell'amministrazione comunale per affrontare gli annosi problemi legati alla chiusura del centro e ai lavori su viale Corrado IV.
«Come Rete imprese Italia», dice Cioni, «abbiamo elaborato uno studio, frutto di più di 500 sopralluoghi tecnici nei locali del centro danneggiati dal sisma, che è stato consegnato al Comune, ma è rimasto nel cassetto. Questo fa capire l'assoluta indifferenza al problema. Nel tempo, ci sono stati altri tentativi di ricollocare le attività produttive, come il progetto di Bazzano, nell'ex Agriformula, che avrebbe potuto ospitare circa 200 negozi, in locali da 30 a 150 metri quadrati. La Confcommercio nazionale aveva stanziato un milione di euro: soldi che sono stati rimandati a Roma, in quanto il Comune non approvò la proroga di sei anni per la ricollocazione delle attività commerciali».
Resta il problema degli esercenti, una trentina, che hanno scelto di tornare in centro usufruendo dell'agibilità parziale e che, con l'apertura dei cantieri, dovranno trovare una soluzione alternativa. «Vogliamo sapere con precisione la tempistica dei lavori», conclude la Confcommercio, «serve uno studio che consenta di individuare più di un'ipotesi di ricollocazione». Intanto questa mattina in Comune ci sarà un incontro tra i responsabili istituzionali e i commercianti.
Tuttavia, nonostante questa situazione assai caotica, ci sono degli esercizi commerciali in centro storico che sono stati sempre aperti e lo sono tuttora, come per esempio quelli che insistono lungo corso Federico II nei pressi dell’ex cinema Massimo.
A prescindere da questo problema resta quello dei commercianti di piazza d’Armi in crisi per via dei lavori su viale Corrado IV.
Monica Pelliccione
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