Convegni e business Così si rianima il settore alberghiero
Dopo il tracollo dei mesi scorsi, ora negli hotel cittadini si registra l’aumento del 5 per cento del numero dei clienti
L’AQUILA. Manager con la 24 ore al seguito, professionisti e docenti universitari. Convegnisti, relatori e industriali. Èun segmento nuovo e per taluni versi inedito, quello che sta prendendo piede negli alberghi aquilani. A sorpresa, da febbraio a oggi, si è registrato un incremento delle presenze: + 5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Un salto enorme, se paragonato al tracollo dei mesi scorsi, quando il calo delle prenotazioni ha toccato quota 70 per cento. Le strutture ricettive si preparano ad accogliere la clientela del business. Un profilo più alto, rispetto al turismo di massa, legato alle tante attività convegnistiche e di ricerca che hanno visto L’Aquila protagonista. Per Roberto Laglia, presidente del Consorzio albergatori L’Aquila, si tratta di «un risultato soddisfacente, che apre una nuova finestra». Restano, invece, invariate le tendenze al ribasso del turismo classico: a Pasqua e nel ponte del 25 aprile alberghi pressoché vuoti e pochissimi visitatori.
CONVEGNI E BUSINESS. «Stiamo lavorando solo con il turismo aziendale e commerciale, del business e degli affari», sottolinea Laglia, che traccia un bilancio dell’ultimo trimestre. «In città abbiamo avuto una forte presenza di manager, anche stranieri, professori e docenti universitari, ricercatori, industriali, azionisti di società e ricercatori. Una ripresa interessante, seppur lieve, legata alla promozione della città della scienza e della ricerca e ai tanti eventi in programma, che hanno creato un po’ di fermento e dato respiro alle strutture alberghiere, dopo mesi di assoluta stasi».
TURISMO IN GINOCCHIO. L’altra faccia della medaglia preoccupa gli albergatori, che guardano già alla stagione estiva. Non si alza l’asticella delle prenotazioni turistiche. «Dal sisma di Amatrice dell’agosto scorso, fino a febbraio è stato un disastro», spiega Laglia, facendo qualche conto. «Tra settembre e dicembre 2016 le presenze sono scese nell’Aquilano del 25%, fino al 50% di gennaio, con punte del 70 per cento nelle aree montane. Per tradizione, L’Aquila ha sempre avuto una finestra di prenotazione, ovvero il tempo che intercorre tra la richiesta e l’arrivo del cliente, molto corta, una settimana dieci giorni al massimo. Difficile, quindi, prevedere la tendenza della prossima estate, ma al momento mancano le prenotazioni. I turisti non arrivano».
CONSORZIO ALBERGATORI. Nato a settembre dello scorso anno, con l’intento di unire le forze e fare quadrato intorno a un progetto comune di promozione della città e del territorio, il Consorzio albergatori L’Aquila annovera sette strutture: l’hotel Federico II, l’hotel Castello, 99 Cannelle, hotel Azzurro, Canadian, Fiordigigli e la Compagnia del viaggiatore. «Con la Dmc del Gran Sasso», dichiara Laglia, «stiamo calendarizzando una serie di iniziative, a partire dall’open day che si terrà a fine maggio, per promuovere l’Abruzzo e l’enorme patrimonio storico-culturale e naturalistico della nostra regione. Verranno aperti al pubblico i palazzi storici aquilani, ristrutturati di recente, ci saranno percorsi enogastronomici e iniziative culturali».
PIÙ PROMOZIONE. «Il segmento del business va benissimo», fa notare Laglia, «apre nuove opportunità, ma non è strutturale. È necessario programmare iniziative a lunga scadenza, annuali, che fungano da attrattori per il territorio. Sta passando finalmente un nuovo messaggio: L’Aquila come città che sta rinascendo, dopo il sisma. Ma va accompagnato con massicce campagne promozionali, eventi culturali, e una maggiore attenzione alle opportunità che offre il territorio, a partire dalla grande risorsa del Gran Sasso».
POCHE INFRASTRUTTURE. Uno dei nei del turismo aquilano è rappresentato dalla mancanza di opportunità di svago e dalle scarse infrastrutture. Mancano aree dove i visitatori possono trovare un po’ di tutto: campi da tennis, golf, percorsi a cavallo, trekking, escursionismo guidato, sentieri percorribili, piste ciclabili diffuse. «Tutto ciò», conclude Laglia, «che le migliori località riescono a fornire. In tal senso, occorre ragionare con le istituzioni locali per mettere in piedi dei progetti concreti che migliorino l’offerta turistica locale e facciano guadagnare punti al territorio».
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