L’intervento
De Matteis: sul Gran Sasso non può decidere D’Alfonso
L’AQUILA. «Finalmente il Pd aquilano si è svegliato, e con esso anche il sindaco Cialente mi sembra che stia acquisendo la consapevolezza che L’Aquila è sull’orlo di un vigoroso siluramento da parte...
L’AQUILA. «Finalmente il Pd aquilano si è svegliato, e con esso anche il sindaco Cialente mi sembra che stia acquisendo la consapevolezza che L’Aquila è sull’orlo di un vigoroso siluramento da parte del presidente della Regione D’Alfonso e del Pd regionale. Dopo la mannaia sui contributi alle istituzioni culturali del capoluogo, la formalizzazione degli incarichi dell’alta dirigenza della giunta regionale (con gli aquilani praticamente scomparsi) e la penosa giornata autoreferenziale sul primo anno di fallimentare governo abruzzese senza coinvolgere la nostra città, D’Alfonso sta preparando l’ennesimo sgambetto all’Aquila sulla questione Parco del Gran Sasso e Monti della Laga». A intervenire è il consigliere comunale Giorgio De Matteis (L’Aquila città aperta).
«Tra qualche giorno», dice, «scadrà il mandato del presidente Diaconale, non ci mancherà. E cosa fa il nostro governatore? Va a parlare personalmente con il ministro dell’Ambiente per proporre dei nomi, senza nemmeno ascoltare le voci istituzionali di quei territori che hanno i maggiori legami con il Parco, vale a dire quello dell’Aquila. Pressappochismo, arroganza, scorrettezza e autoritarismo. Queste sono le principali connotazioni dell’azione politica del governo D’Alfonso, il cui operato è ormai chiaro a tutti: fare fuori L’Aquila a tutti i costi, creando non poco imbarazzo anche al suo vicepresidente Giovanni Lolli, unico aquilano nell’esecutivo. Il campanile non c’entra: sono sempre stato tra i primi, anche quando ero assessore e consigliere regionale, a sostenere che un sano equilibrio tra le varie realtà abruzzesi era ed è l’elemento fondamentale per una crescita armonica della nostra regione. Ed è proprio questo il punto: l’attuale presidente sta lavorando per sfasciare completamente questo equilibrio e gli aquilani hanno il dovere di difendere le loro prerogative, senza assolutamente avere la pretesa di ledere quelle altrui. Se il Pd aquilano contesta D’Alfonso per le sue scelte contrarie alle zone interne, se il sindaco non riceve nemmeno l’invito a partecipare ai lavori per la direzione regionale del Pd, non possiamo che compiacerci per il fatto che il partito leader del centrosinistra si sia finalmente destato da un torpore durato anche troppo. Speriamo che si siano resi conto che è venuto il momento di serrare le fila, come noi dell’opposizione consiliare chiediamo ormai da tempo. Cominciamo proprio dal Parco, quell’Ente che da sempre ha rappresentato il freno per la crescita del nostro territorio. Il sindaco pretenda un passo indietro da D’Alfonso e vada a proporre al ministro dell’Ambiente dei nomi per la presidenza del Parco. Non si deve consentire che alcuni personaggi continuino a recitare il ruolo di oppositori delle aspirazioni degli aquilani. E se anche stavolta dovessimo prendere atto che D’Alfonso vorrà gestire le cose per conto suo, allora non potremo far altro che uscire dal Parco. E dovremo andare in questa direzione tutti quanti, senza difendere alcuna appartenenza politica».
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