Di Stefano: in arrivo 5 miliardi per L’Aquila
Dopo lo sciopero alla rovescia della Fillea-Cgil, l’assessore precisa: «La situazione è migliorata»
L’AQUILA. Arrivano le prime reazioni dopo la manifestazione della Fillea Cgil di due giorni fa davanti alla ex de Amicis, protesta in cui venivano chiesti finanziamenti costanti per la ricostruzione, meno burocrazia e attenzione alle ditte locali. «Sul fronte dei finanziamenti», risponde l'assessore comunale alla Ricostruzione, Pietro Di Stefano, «la situazione è migliorata rispetto al passato. Oggi in legge di stabilità sono previsti 5 miliardi e 100 milioni, che ci permetteranno di portare a termine la ricostruzione privata. È vero, c'è il meccanismo della cassa, la effettiva disponibilità dei finanziamenti, con cui dobbiamo fare i conti. Ma adesso sono arrivati i fondi per l'undicesimo elenco, abbiamo mandato la richiesta di ulteriori 412 milioni per il 12esimo che speriamo possa essere soddisfatta il prossimo mese di agosto».
«Per L'Aquila sarà un elenco più leggero di quello appena finanziato», annuncia l'assessore, «ma ci sono molte schede parametriche delle frazioni. A noi servono costanti flussi di cassa, e su questo oggi siamo allineati con gli uffici del governo». I sindacati chiedono meno burocrazia. «A noi, più che lo snellimento della burocrazia, interessa avere più persone al lavoro. Una cosa come la ricostruzione di un territorio dopo una tragedia epocale non si può fare con carenza di personale. Noi possiamo intervenire dove la burocrazia è troppo lunga, ma meno burocrazia non può significare meno attenzione». Ci vorrebbe una norma per far lavorare le ditte locali. «Già all'inizio si scelse di dare la ricostruzione in mano ai privati. Abbiamo dato delle regole, dubito che, trattandosi di soldi pubblici, ci sia qualcuno che possa scrivere una norma che dica che la ditta deve essere del vicino di casa. Invece, io penso che l'essere impegnati nel terremoto farà diventare molto competitive le nostre aziende. All'inizio venivano chiamate ditte umbre perché esperte in ricostruzione, in futuro verranno chiamate le ditte aquilane. Noi stiamo mettendo in piedi un sistema di controllo della manodopera per evitare lo sfruttamento e il lavoro nero». I sindacati lamentano ritardi nella ricostruzione pubblica. «È' vero, i cantieri della ricostruzione pubblica faticano a partire».
Raniero Pizzi
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