Donne contro la violenza incontro con le scuole

Evento conclusivo del progetto pilota del camper «rosa» della polizia L’appello del questore Rizzi: «Denunciare subito i colpevoli al primo episodio»

L’AQUILA. «Se ti zittisce, se ti offende, se ti intimidisce, se ti isola…se ti prende a calci, ti tira pugni e ti strappa i capelli...questo non è amore».

Sono le parole che la Questura, il Comune e il Centro antiviolenza hanno scritto sui segnalibri regalati agli studenti aquilani incontrati ieri, per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne istituita dall’Onu nel 1999.

Secondo il rapporto Eures, tra il 2000 e il 2012 in Italia sono state uccise 2220 donne, e solo nel 2013 sono 128, un’emergenza culturale, sociale: partire dall’educazione può fare la differenza.

L’evento, che si è tenuto nell’auditorium del Parco del Castello cinquecentesco, ha concluso l’esperienza del camper «rosa» della Questura, che per due mesi ha incontrato donne di tutta la provincia, portando alla luce molte situazioni «sommerse». Il camper ha toccato anche i nuovi quartieri sorti nel post-terremoto. «Siamo andati noi incontro alle donne e in due mesi abbiamo raccolto più di 30 denunce, abbiamo emesso 16 “ammonimenti”, diffide firmate dal Questore. La maggior parte degli uomini violenti sono partner o ex partner», spiega il vicequestore aggiunto Delfina Di Stefano. «Le donne sono di tutte le classi sociali e tutte le età, ma le giovani sono più pronte a denunciare».

Nell’incontro con le scuole il questore Vittorio Rizzi ha anche annunciato un protocollo d’intesa, in via di ultima definizione, tra la Questura dell’Aquila e tutti gli attori della rete contro la violenza: Procura, Asl, Comune e Centro antiviolenza dell’Aquila, perché tutti gli attori sviluppino le proprie competenze nel modo più efficace per proteggere le donne. In particolare, la Questura sta lavorando alla creazione di un «corridoio rosa» e di un locale riservato, per dare, a chi denuncia, priorità e necessaria protezione.

«Il momento giusto per denunciare», ricorda il questore Rizzi, «è il primo atto di violenza. Le statistiche dicono che purtroppo la donna prima di denunciare, subisce cinque volte la violenza».

Parlare di violenza alle donne spesso non rende a fondo la gravità del fenomeno. «In realtà si tratta di diritti fondamentali dell’umanità», ha detto David Mancini, sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale dell’Aquila. «Quando si violano questi diritti, si deve abbattere il muro di vergogna e omertà, per farlo serve una comunità. Il protocollo d’intesa è essenziale».

Un ruolo centrale nella gestione delle donne violate lo ha il centro antiviolenza: «Le donne che arrivano da noi ricevono un’accoglienza tutta femminile», ha spiegato Claudia Roselli, psicologa del centro, «ma per combattere la violenza bisogna affrontare il problema della differenza di genere. Noi, al centro, ci rendiamo conto che le donne spesso si fanno oggetto, quindi da un punto di vista culturale, c’è bisogno di essere visibili».

Chiunque sia vittima di violenza può contattare il numero verde 1522 e il 113. Il Centro antiviolenza all’Aquila è in via Alcide de Gasperi 45.

Barbara Bologna

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