Edifici militari in disuso pronta la riqualificazione
L’AQUILA. Accordo vicino tra il Comune dell’Aquila e il ministero della Difesa su futuro delle strutture militari in disuso in città. L’amministrazione, che ha già incontrato più volte i dirigenti...
L’AQUILA. Accordo vicino tra il Comune dell’Aquila e il ministero della Difesa su futuro delle strutture militari in disuso in città. L’amministrazione, che ha già incontrato più volte i dirigenti del Ministero, è in attesa di un «protocollo quadro» nel quale è inclusa anche la riqualificazione dell’area, a Villa Gioia, dove prima del terremoto c’era un enorme “vecchio” palazzone con una ventina di alloggi assegnati ai militari.
«Un accordo», spiega l’assessore Pietro Di Stefano, «che riguarda la caserma Rossi, l’ex distretto militare a San Bernardino e Villa Gioia. Abbiamo già concordato l’assegnazione ai militari di alloggi, quali quelli di via Di Vincenzo, di proprietà del Comune. L’area di Villa Gioia ospiterà l’ampliamento del tribunale inizialmente previsto a ridosso delle mura urbiche che avranno così più respiro. Rimoduleremo i fondi, non ricostruiremo lì le scuole esistenti prima del sisma e realizzeremo una bella piazza ripensando completamente anche il sistema viabilità, ora davvero assurdo. I sette milioni di euro risparmiati per la ricostruzione di quegli alloggi verranno impiegati in opere pubbliche».
In quanto alla caserma Rossi, lasciata dagli alpini, Di Stefano annuncia un grande intervento di riqualificazione. «C’è interesse da parte dello Stato a ricollocare lì alcuni uffici ora sistemati in sedi prese in fitto. Il complesso», aggiunge Di Stefano, «andrà ad ospitare anche un nostro polo scolastico direttamente collegato con quello, a un passo, di Colle Sapone. L’Università sta curando il masterplan, poi si passerà alla progettazione». Nei programmi del Comune, già discussi con il ministero, anche l’acquisizione dell’ex distretto militare per il cui recupero sono già disponibili 12 milioni e mezzo di euro. «Subito dopo la firma dell’accordo, daremo il via alla progettazione per trasformare la struttura in un polo culturale agganciato al teatro comunale, al castello, al convento e alla basilica di San Bernardino, nonché all’ex liceo scientifico dove andrà l’Urban center. Il passaggio al Comune di questo patrimonio dismesso era già previsto dal decreto 39. Ora bisogna accelerare e lavorare per un recupero di grande qualità». ©RIPRODUZIONE RISERVATA