Falsa vendita di case, condannato a un anno
Pratola, l’imprenditore aveva ceduto al figlio beni immobili per non pagare imposte per 2 milioni
PRATOLA PELIGNA. Era finito sotto processo per aver simulato la vendita di una serie di immobili di sua proprietà al figlio, al fine di sottrarsi al pagamento delle imposte sui redditi per un importo di quasi 2 milioni. Una vicenda giudiziaria che si è conclusa con la condanna in primo grado dell’imputato.
Un anno di reclusione e l’interdizione per un anno dagli uffici direttivi delle persone e delle imprese, oltre all’impossibilità di poter contrattare, sempre per il periodo di un anno, lavori con la pubblica amministrazione, è la pena che il giudice Isabella Maria Allieri ha deciso per l’imprenditore pratolano Salvatore Donadei, il quale è stato anche interdetto in modo perpetuo dall’ufficio di componente di commissione tributaria. La vicenda è partita a seguito della segnalazione dell’agenzia di riscossione Equitalia con la quale l’imprenditore aveva una serie di cartelle esattoriali scadute relative a un debito erariale di 1.956.849,44 euro. Nel corso di un accertamento nell’ottobre 2012 è stato riscontrato che poco tempo prima, nel mese di luglio, l’imprenditore aveva alienato a titolo oneroso una serie di immobili di sua proprietà, siti nel comune di Pratola Peligna, al figlio. Un atto che, secondo Equitalia, aveva depauperato il patrimonio del contribuente, essendo stata limitata l’azione finalizzata al recupero del debito d’imposta erariale. Sempre secondo Equitalia, i beni che erano stati trasferiti dal padre al figlio ammontavano a oltre un milione e 800 mila euro, elemento che faceva supporre l’ipotesi dell’alienazione simulata, preordinata proprio al fine di sottrarre i beni alla procedura di riscossione coattiva. Nel corso del dibattimento il difensore di Donadei, l’avvocato Alessandro Margiotta, ha cercato di dimostrare che si trattava di una vendita reale. Ipotesi non accolta dal giudice. (c.l.)
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