Fiori nei luoghi del dolore
La Pezzopane ha ricordato le vittime
L’AQUILA. La presidente della Provincia dell’Aquila, Stefania Pezzopane ha commemorato il giorno dei morti con la deposizione di due corone di fiori. La prima, presso la palazzina crollata in via Luigi Sturzo, l’altra al sacrario del cimitero, in ricordo di tutte le vittime del terremoto dove hanno perso la vita a seguito del terremoto del 6 aprile.
Nelle case di via Sturzo hanno perso la vita, tra le altre vittime, una madre con le sue quattro figlie. «Ci sono tanti luoghi del dolore in questo terremoto e tante tragedie», ha commentato la presidente Pezzopane. «Da donna sono rimasta colpita profondamente dalla scomparsa di una madre e delle sue figlie. Abbiamo voluto accendere i riflettori su una tragedia rimasta finora sconosciuta e rendere omaggio a quelle morti e a tutte la altre». I toni della presidente Pezzopane si fanno drammatici nel valutare che «307 è un numero non definitivo se si pensa a tutti coloro che sono morti non solo sotto i crolli dei palazzi, ma sotto i postumi psicologici di uno stravolgimento di vita, di senso, di certezze, a seguito di un allontanamento fisico e ideale dalla normalità.
In questa storia fatta anche di numeri e simboli atroci eretti alla memoria, il 307 dovrebbe diventare un monumento di pietra», prosegue, «un’icona da piazzare al centro del cimitero, nella ricorrenza del 2 novembre, per non dimenticare nessuna di quelle vite. Il giorno dei morti quest’anno è sale su una ferita aperta. Al rituale rispetto per la celebrazione si aggiunge un dolore vivissimo che per chi ha perso famigliari e amici».
Nelle case di via Sturzo hanno perso la vita, tra le altre vittime, una madre con le sue quattro figlie. «Ci sono tanti luoghi del dolore in questo terremoto e tante tragedie», ha commentato la presidente Pezzopane. «Da donna sono rimasta colpita profondamente dalla scomparsa di una madre e delle sue figlie. Abbiamo voluto accendere i riflettori su una tragedia rimasta finora sconosciuta e rendere omaggio a quelle morti e a tutte la altre». I toni della presidente Pezzopane si fanno drammatici nel valutare che «307 è un numero non definitivo se si pensa a tutti coloro che sono morti non solo sotto i crolli dei palazzi, ma sotto i postumi psicologici di uno stravolgimento di vita, di senso, di certezze, a seguito di un allontanamento fisico e ideale dalla normalità.
In questa storia fatta anche di numeri e simboli atroci eretti alla memoria, il 307 dovrebbe diventare un monumento di pietra», prosegue, «un’icona da piazzare al centro del cimitero, nella ricorrenza del 2 novembre, per non dimenticare nessuna di quelle vite. Il giorno dei morti quest’anno è sale su una ferita aperta. Al rituale rispetto per la celebrazione si aggiunge un dolore vivissimo che per chi ha perso famigliari e amici».