Giallo in ospedale, scelto il perito
Morì dopo la fuga dal reparto, il consulente dovrà chiarire se Colantoni era capace di autodeterminarsi
L’AQUILA. Il giudice per le indagini preliminari Giuseppe Romano Gargarella ha disposto una consulenza per accertare se Arcangelo Colantoni, il paziente di 49 anni che si era allontanato dall’ospedale San Salvatore (dove si trovava ricoverato) e che era stato ritrovato poi privo di vita nei pressi di Arischia, era in quel momento in condizioni di incapacità ad autodeterminarsi. L’udienza, si è tenuta alla presenza dei difensori dei familiari dell’uomo, gli avvocati Aldo e Gaetana Di Ianni. Il giudice Gargarella ha affidato la consulenza al dottor Ciro Montemitro di Francavilla al Mare che dovrà consegnare la perizia entro il 22 settembre prossimo. Al consulente è stato chiesto di stabilire «dall’esame della cartella clinica e della documentazione sanitaria riguardante Colantoni, se lo stesso si trovava in condizioni di incapacità ad autodeterminarsi in misura talmente rilevante da mettere in pericolo la propria incolumità fisica e se tale stato, ove sussistente, fosse percepibile secondo i canoni di ordinaria perizia e diligenza dagli operatori della struttura sanitaria che lo ebbero in carico».
La parte offesa ha nominato quale consulente di parte il dottor Giuseppe Vetrugno medico-legale del Policlinico Gemelli di Roma. I fatti risalgono a un anno e mezzo fa quando il boscaiolo di Villetta Barrea, in una crisi di panico, lasciò l’ospedale aquilano dove si trovava per accertamenti e fu trovato morto 5 giorni dopo nella frazione di Arischia. L’uomo, fin dalla mattina, era in uno stato di agitazione e solo la notte gli furono date dieci gocce di calmante. Una dose, secondo i familiari della vittima, inadeguata, alla luce dell’epilogo della vicenda.
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