Gizzi: «Le indagini non fermino i restauri»
Il segretario Mibact per l’Abruzzo: clima di tristezza, speriamo di poter completare le opere avviate
L’AQUILA. Negli uffici aquilani del ministero Beni culturali si respira un’aria pesante, «di tristezza», come la definisce il segretario regionale Mibact Stefano Gizzi. All’indomani degli arresti e delle indagini che hanno riguardato funzionari e personale dei beni culturali, la paura è che i lavori già cominciati possano subire rallentamenti o addirittura uno stop.
Sono dodici i cantieri, tutti nell’Aquilano, finiti sotto la lente d’ingrandimento della Procura: la chiesa di Santa Maria del Ponte a Tione, quella di San Domenico a Sulmona, la chiesa di San Salvatore a Civitaretenga, la badia di Sulmona; all’Aquila il teatro comunale, le mura urbiche, Porta Branconia e la chiesa di San Sisto; la chiesa di San Biagio a Cappadocia, la torre medicea di Santo Stefano di Sessanio.
«Spero e credo che le indagini non fermeranno le opere già cominciate, come quella del teatro, ma dovrò parlarne con il prefetto e con il sindaco. Nei prossimi giorni avremo un incontro per decidere se proseguire o meno i lavori al teatro», spiega il segretario regionale. «Penso che sarà possibile mandarli avanti cambiando sia il direttore dei lavori che il responsabile del procedimento, ma fin quando non ci sono indicazioni non è possibile farlo. Mi auguro davvero che queste indagini non incidano sulla prosecuzione delle opere, ma spero anche che facciano la massima chiarezza e che la posizione dei nostri funzionari si possa chiarire al più presto». Intanto, negli uffici c’è l’impressione che per gli errori di pochi debbano pagare in molti. «Vengono coinvolte dalle indagini istituzioni che hanno sempre lavorato alacremente e con il massimo dell’impegno», continua Gizzi. «Vedersi implicati in una situazione che magari riguarda solo pochi non è piacevole». Per il resto Gizzi preferisce non sbilanciarsi. «C’è il segreto istruttorio, per questo non posso dire nulla sulle indagini anche perché non sono a conoscenza dei fatti. Abbiamo la massima fiducia in quello che accerterà la magistratura, anzi la ringraziamo e ci rendiamo disponibili a qualunque accertamento. Siamo molto sorpresi e dispiaciuti, ma speriamo che i funzionari coinvolti riescano a chiarire la propria posizione in modo positivo. D’altra parte nessuno di noi è a conoscenza di quanto accaduto e per questo nessuno può dire nulla più di questo».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Sono dodici i cantieri, tutti nell’Aquilano, finiti sotto la lente d’ingrandimento della Procura: la chiesa di Santa Maria del Ponte a Tione, quella di San Domenico a Sulmona, la chiesa di San Salvatore a Civitaretenga, la badia di Sulmona; all’Aquila il teatro comunale, le mura urbiche, Porta Branconia e la chiesa di San Sisto; la chiesa di San Biagio a Cappadocia, la torre medicea di Santo Stefano di Sessanio.
«Spero e credo che le indagini non fermeranno le opere già cominciate, come quella del teatro, ma dovrò parlarne con il prefetto e con il sindaco. Nei prossimi giorni avremo un incontro per decidere se proseguire o meno i lavori al teatro», spiega il segretario regionale. «Penso che sarà possibile mandarli avanti cambiando sia il direttore dei lavori che il responsabile del procedimento, ma fin quando non ci sono indicazioni non è possibile farlo. Mi auguro davvero che queste indagini non incidano sulla prosecuzione delle opere, ma spero anche che facciano la massima chiarezza e che la posizione dei nostri funzionari si possa chiarire al più presto». Intanto, negli uffici c’è l’impressione che per gli errori di pochi debbano pagare in molti. «Vengono coinvolte dalle indagini istituzioni che hanno sempre lavorato alacremente e con il massimo dell’impegno», continua Gizzi. «Vedersi implicati in una situazione che magari riguarda solo pochi non è piacevole». Per il resto Gizzi preferisce non sbilanciarsi. «C’è il segreto istruttorio, per questo non posso dire nulla sulle indagini anche perché non sono a conoscenza dei fatti. Abbiamo la massima fiducia in quello che accerterà la magistratura, anzi la ringraziamo e ci rendiamo disponibili a qualunque accertamento. Siamo molto sorpresi e dispiaciuti, ma speriamo che i funzionari coinvolti riescano a chiarire la propria posizione in modo positivo. D’altra parte nessuno di noi è a conoscenza di quanto accaduto e per questo nessuno può dire nulla più di questo».
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