«Gli operai dormono nelle auto» La denuncia di un’associazione
Ricostruire insieme attacca: i lavoratori sono utili solo di giorno.
L’AQUILA. «Operai impegnati nella ricostruzione costretti a dormire in macchina o in edifici inagibili». La denuncia arriva dall’associazione «Ricostruire insieme», coordinamento di associazioni cattoliche e di volontariato che si occupa della rinascita dell’Aquila come realtà sociale. «Le ditte hanno abbandonato gli operai e tanti sono costretti ad arrangiarsi per trascorrere la notte». Problema, questo, acuito dall’avvicinarsi del periodo più freddo dell’anno. L’associazione si appella a prefetto, sindaco e presidente della Provincia.
«Il coordinamento Ricostruire insieme, con la Caritas diocesana, si è trovato, in questo periodo, ad affrontare varie emergenze, nell’emergenza in cui viviamo. Tra queste c’è la mancanza di alloggio per una piccola parte di lavoratori, tra i circa diecimila presenti all’Aquila. Mancanza di alloggio di cui le ditte non si sono fatte carico. Il coordinamento, insieme alla Caritas, finora è riuscito a dare assistenza, seppur precaria, a una trentina di persone, regolarmente soggiornanti in Italia, e quasi tutte con contratti di lavoro a tempo determinato e indeterminato. Crediamo sia necessario trovare una soluzione che consenta una vita dignitosa a tanti operai, manovali e muratori che stanno lavorando alla ricostruzione della nostra città, obbligando, almeno moralmente, le ditte che assumono a garantire anche l’alloggio. Per la condizione di bisogno che li ha spinti qui, accettano condiziuoni di vita pessime pur di cercare o mantenere il lavoro, dormendo anche in macchina».
«Il coordinamento Ricostruire insieme, con la Caritas diocesana, si è trovato, in questo periodo, ad affrontare varie emergenze, nell’emergenza in cui viviamo. Tra queste c’è la mancanza di alloggio per una piccola parte di lavoratori, tra i circa diecimila presenti all’Aquila. Mancanza di alloggio di cui le ditte non si sono fatte carico. Il coordinamento, insieme alla Caritas, finora è riuscito a dare assistenza, seppur precaria, a una trentina di persone, regolarmente soggiornanti in Italia, e quasi tutte con contratti di lavoro a tempo determinato e indeterminato. Crediamo sia necessario trovare una soluzione che consenta una vita dignitosa a tanti operai, manovali e muratori che stanno lavorando alla ricostruzione della nostra città, obbligando, almeno moralmente, le ditte che assumono a garantire anche l’alloggio. Per la condizione di bisogno che li ha spinti qui, accettano condiziuoni di vita pessime pur di cercare o mantenere il lavoro, dormendo anche in macchina».