le reazioni
I non nominati: chissà, forse è meglio restare qui
L’AQUILA. Alcuni docenti la buttano sull’ironia, il modo migliore per scacciare l’ansia: «Sei salvo. Ora si passa alla fase pulire i vetri dove serve». Così sdrammatizza un’amica di Francesco Teté,...
L’AQUILA. Alcuni docenti la buttano sull’ironia, il modo migliore per scacciare l’ansia: «Sei salvo. Ora si passa alla fase pulire i vetri dove serve». Così sdrammatizza un’amica di Francesco Teté, docente di Lettere alla scuola media che in una notte insonne (quella fra il 1° e il 2 settembre, in cui il ministero ha pubblicato l’esito delle destinazioni), ha scoperto di rientrare nella cosiddetta fase "C", quella che nel gergo dei docenti più ironici viene definita “fase spazzacamino”, in cui le scuole di tutto il Paese dovranno comunicare qual è l’organico potenziato di cui hanno bisogno e in cui rientreranno gli ultimi da assumere nell’ambito della Buona scuola. Francesco Tetè lo avevamo lasciato, circa una settimana fa, in attesa del responso dal ministero, come la sua collega Linda Valleriani. Storie diverse ma stesso destino. Si ritrovano entrambi a rientrare nella cosiddetta fase "C" del Piano straordinario di assunzioni. Francesco esulta su Facebook: «Inizia una nuova avventura: Capestrano sto arrivando!». L’aspirante docente «ha partecipato alle operazioni di assunzione della fase "B", ma non è stato nominato» così recita l’e-mail del ministero. Stessa cosa per Linda, che addirittura sarebbe dovuta finire nell’estremo nord. «Quando ho letto l’e-mail ho urlato nella notte per la contentezza: un altro anno nella mia città, dove c’è tutta la mia vita» commenta Francesco, destinato a Capestrano con un incarico annuale. Finito l’anno, però, rientrerà nella fase "C", quindi nel luogo dell’assunzione deciso dal ministero. Linda, invece, deve aspettare ancora un paio di mesi, tra fine novembre e inizio dicembre, per sapere quale sarà la sua destinazione, non avendo ricevuto un incarico. Ha sempre confidato nella possibilità di restare nella provincia in cui insegna da 16 anni, L’Aquila, senza però disdegnare altre destinazioni: «La difficoltà principale riguarderebbe mia figlia di 15 anni che mi dovrebbe seguire ad anno scolastico già cominciato».(m.g.)
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