PESCASSEROLI
Il caso del cane e dell'orso, Comunità del Parco contro la denuncia: chiede di ritirarla
Il presidente Di Santo prende le distanze dall'Ente protezione animali nei confronti dei proprietari del pastore tedesco che si è avvicinato a Juan Carrito: "Non criminalizzare questi episodi, ma promuovere la cultura della tutela e del rispetto"
PESCASSEROLI. È notizia dello scorso mese quella dell’incontro, avvenuto a Villalago, tra l’orso Juan Carrito e un pastore tedesco. L’episodio ha assunto subito una vasta rilevanza mediatica e l'Ente nazionale protezione animali ha presentato una denuncia nei confronti di ignoti (la donna che ha consentito che il cane si avvicinasse all'orso e colui che ha ripreso la scena diventata poi virale sui social). Ebbene, nell’ultima seduta della Comunità del Parco, il presidente Antonio Di Santo (che è anche sindaco di Opi) ha indirizzato al presidente dell’Ente nazionale protezione animali (Enpa) una lettera chiedendo di ritirare la denuncia. "È fuor di dubbio", si legge in un estratto della nota diffusa dalla Comunità del Parco, "che all’interno di un’area protetta e dei suoi territori limitrofi, in una zona notoriamente frequentata da esemplari di orsi bruni marsicani, non sia possibile fare tutto quello che invece sarebbe consentito altrove, o che comunque anche le attività più ordinarie, come una passeggiata con il proprio cane, debbano essere svolte con delle cautele ulteriori rispetto a quelle che sarebbero sufficienti in altri luoghi.
Tuttavia, senza minimizzare, né banalizzare l’episodio, e ribadendo la necessità di condurre sempre e comunque i cani al guinzaglio - a meno che non ci si trovi in aree a ciò appositamente adibite -, il presidente si dissocia dall’iniziativa intrapresa dall’Enpa, che rispetto a tale episodio, in base a quanto riportato dai media, ha deciso di sporgere denuncia contro ignoti".
“Il futuro della tutela degli orsi bruni marsicani e gli stessi destini della specie si giocheranno anche e soprattutto sulla capacità, da parte dei diversi soggetti coinvolti, pubblici e privati, di saper gestire tali fenomeni, potenzialmente in grado di determinare l’insorgenza di nuovi e numerosi conflitti”, spiega la Comunità del Parco.
“Proprio per questo, pur ribadendo l’importanza dell’assunzione, da parte di tutti, di comportamenti responsabili, si ritiene che le finalità di protezione e di conservazione dell’orso bruno marsicano non passino attraverso la criminalizzazione di singoli episodi, o la persecuzione dei cittadini, ma attraverso la diffusione della cultura della tutela e del rispetto e, soprattutto, con la collaborazione attiva delle comunità dei cittadini e degli utenti del Parco, che si sono sempre dimostrate pronte a raccogliere le sfide di un territorio che scommette sulla convivenza tra uomo e natura, con orgoglio, determinazione e sensibilità... Se Juan Carrito ha ancora una possibilità di condurre una vita libera e in natura lo si deve anche alle persone che vivono nel Parco, e che ne hanno preso a cuore le sorti”. La lettera si conclude con l’invito rivolto all’Enpa "a voler riconsiderare la propria decisione, che non contribuisce alla salvaguardia dell’orso, ma che, anzi, rischia di esasperare un dibattito già dai toni non sempre costruttivi".