Il nuovo Emiciclo costerà 9 milioni Lavori in 495 giorni

15 Gennaio 2016

Dopo sette anni di attesa presentato il progetto esecutivo Previsto un collegamento urbanistico con la Villa comunale

L’AQUILA. Quasi 9 milioni di euro, 495 giorni di lavoro all’orizzonte, ma quasi sette anni di attesa prima di veder porre – metaforicamente – la prima pietra dei lavori di recupero del palazzo dell’Emiciclo e della ex Gil (Gioventù italiana del littorio) maschile che saranno interessati per il prossimo anno e mezzo da importanti lavori di recupero post-sisma ma anche lavori migliorativi. Tanti anni di ritardo dovuti a una serie di ricorsi al Tar da parte delle ditte escluse che, alla fine, ha visto l’amministrazione regionale uscire vincente. Tutto è stato fatto, insomma secondo le regole, come ha detto il presidente del consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio (accompagnato anche dal vicepresidente vicario Lucrezio Paolini, dai progettisti e dai rappresentanti delle imprese) nel corso del tour organizzato ieri mattina per svelare le caratteristiche del cantiere che riguarda un palazzo complesso, “esempio di sedimentazione architettonica e stilistica di assoluto rilievo nel panorama dei complessi aquilani”, come descrive la scheda tecnica dei progettisti. Lavori affidati all’associazione temporanea d’impresa Rosa edilizia srl, da Ricci costruzioni srl e da Elettroidraulica Silvi srl. I lavori – dopo 1.428 i giorni per i procedimenti burocratici e 345 spesi per la giustizia amministrativa – sono partiti a metà dicembre e dovranno concludersi intorno alla metà del 2017. Il complesso diventerà tutt’uno con la Villa comunale, aprendo l’Emiciclo alla città attraverso l’abbattimento della recinzione a ridosso della semiluna del porticato. Già è aperta una riflessione sulla futura destinazione di alcuni spazi, che la Regione vorrebbe destinare al Gran Sasso science institute (già sottoscritto un documento d’intenti). «Le due sale consiliari, quella vecchia nell’edificio dell’Emiciclo, e l’attuale saranno usate con alternanza», ha spiegato Di Pangrazio, con l’intento di aprire la vecchia sala, usata una volta sola, soprattutto alla cittadinanza. L’architettura dell’Emiciclo non sarà stravolta, anzi verrà recuperata la sua struttura originaria. La sala Michetti diventerà il cuore del nuovo Emiciclo. Le modifiche più importanti riguardano il chiostro dietro il porticato, che negli anni è stato coperto e occupato dalla cosiddetta Sala Michetti. Al chiostro sarà restituita la sua funzione di snodo e incontro con l’intero complesso come una sorta di grande “giardino d’inverno”, sovrastato da un tetto trasparente, simile a un grande foyer. Ospiterà, probabilmente, anche il grande patrimonio librario del consiglio regionale. Questa parte dell’Emiciclo, come ha spiegato l’architetto Lucio Zazzara, «è uno spazio sottovalutato nel tempo che verrà riletto nel suo valore storico e istituzionale». La vicina sala conferenze, invece, sarà recuperata con la realizzazione di una sala convegni ipogea rispetto al piazzale esterno dell’Emiciclo (quello che dà su via Iacobucci). Importante l’intervento per la sicurezza, basato sull’isolamento sismico, che prevede di isolare il fabbricato dal terreno abbattendo di 10 volte le azioni sismiche.

Marianna Gianforte

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