Il sindaco di Roccaraso: “Benvenuto solo chi rispetta le regole”
Di Donato: “Non è questione di ricchi o poveri, napoletani o scozzesi, ma di rispetto del territorio. Altro che pubblicità, gli influencer ci fanno un danno d’immagine”
ROCCARASO. «Entrano i primi 100 bus che si registrano sul sito del nostro comprensorio. Gli altri li fermiamo. Ricchi, poveri, napoletani o scozzesi non conta». La scorsa domenica da Napoli sono partiti più di 200 pullman in direzione Roccaraso. Sono state le agenzie di viaggio a proporre un pacchetto a prezzi stracciati (tra i 15 e i 20 euro), ma soprattutto la spinta decisiva è arrivata da alcuni tiktoker che hanno invitato i loro seguaci a visitare il centro montano abruzzese. In particolare, Rita De Crescenzo ha esortato tutti i suoi follower – 1,7 milioni – a raggiungerla sugli Appennini. Le conseguenze di questa pubblicità gratuita sono state disastrose. Code interminabili per tornare a casa, sporcizia e rifiuti dappertutto. Le immagini hanno fatto il giro del web. Rita De Crescenzo ha promesso: «La prossima domenica saremo il doppio», ma il sindaco di Roccaraso, Francesco Di Donato, è pronto a sbarrare l’accesso a chi è di troppo.
Sindaco, da domani Roccaraso è chiusa?
«No, assolutamente. Roccaraso è sempre aperta e accogliente. Per tutti. Immagini, però, un teatro o un cinema con mille posti: se ne arrivano 4mila, in 3.000 restano fuori. Direbbe che il teatro non è accogliente?».
Domenica che cosa accadrà?
«Potranno entrare 100 pullman, che corrispondono a circa 5.000 persone. Il massimo di turisti che possono aggiungersi a quelli che grazie alle prenotazioni già sappiamo che saranno qui. Domenica scorsa i giri dei low cost erano così rapidi che i pullman che stavano uscendo bloccavano quelli che erano in ingresso».
Quindi Roccaraso è chiusa ai poveri, quelli che non possono permettersi un albergo?
«Ma stiamo scherzando? Assolutamente no. È chiusa a quelli che non rispettano le regole».
Dicono che sia un modo per fermare chi non ha tanti soldi.
«No, le spiego meglio: io domenica scorsa ero in mezzo alla strada, a cercare di aiutare le forze dell’ordine a regolare il flusso del traffico. Sapete cosa è successo?».
No. Dica.
«La strada era bloccata in entrambi i sensi dai pullman di questi turisti arrivati senza preavviso e senza registrarsi».
E poi?
«Mi hanno circondato minacciando di bloccare la Statale 17 se non fossero arrivati i loro bus. E quindi ecco il punto: se ti fermi in mezzo alla strada non rispetti le regole, poi blocchi il traffico e non passa nessuno. Neanche tu, con il rischio di bloccare anche un’ambulanza. Se getti i rifiuti in mezzo alla strada e non nei cestini non rispetti le regole. E poi qui non viene più nessuno. Se invece di andare in un gabinetto pubblico fai i tuoi bisogni per strada, come peraltro è accaduto, sporchi il posto in cui vai e dove tu stesso non torneresti».
Morale della favola?
«La più democratica di tutte. Entrano i primi 100 bus che si registrano sul sito del nostro Comune. Gli altri li fermiamo. Essere ricchi, poveri, napoletani o scozzesi non conta. Entrano quelli che si prenotano, come accade in ogni manifestazione pubblica con capienza limitata».
E le targhe alterne? Era stata pensata questa soluzione?
«Sì, due giorni fa avevamo pensato a questa soluzione. Poi, nel corso della riunione del comitato sull’ordine pubblico, il tavolo tecnico in Prefettura ha riscontrato che era già partita una contromossa. Le agenzie erano pronte a scambiarsi i bus: avremmo avuto oltre 200 pullman tutti pari o altrettanti tutti dispari. Non sarebbe cambiato nulla».
E l’esercito?
«Ho chiesto l’intervento delle forze dell’ordine perché bisognava garantire l’ordine pubblico. E non abbiamo abbastanza personale per coprire tutti questi spazi».
Ma avete provveduto ad aumentare i Sebac, i bagni chimici?
(sospira, ndr) «Ho provveduto a far mettere tutti quelli che erano possibili. Ma qua ci sono 1.500 abitanti. Il paese non può diventare un contenitore di Sebac».
Significa rinunciare a 10mila turisti. Gli esercenti e gli abitanti sono d’accordo con lei?
«Io stesso sono un esercente. Ma la cosa più semplice è che veniate voi stessi a chiedere. Credo che il 110% sia d’accordo, perché abbiamo già subìto un enorme danno d’immagine. Le cose belle vanno protette. Se arriva qualcuno che si comporta come un vandalo e distrugge tutto, la volta successiva non viene più nessuno».
È vero che lei ce l’ha con la tiktotker Rita De Crescenzo? Nelle sue stories lei dice di essere stata benissimo a Roccaraso.
«Non ho mai incontrato questa signora e non ho nulla contro di lei. Se rispetta le regole è benvenuta. Se invece dice che vuole portare 20.000 persone a Roccaraso senza preoccuparsi di dove vadano, allora deve sapere che non fa un servizio a nessuno. Tantomeno a se stessa».
Ma lei dice che vi fa pubblicità gratuita.
«La ringraziamo, ma Roccaraso non ha bisogno di questo tipo di pubblicità. Arrivano più di 30mila sciatori senza i suoi video».
De Crescenzo ha promesso che domenica i bus da Napoli saranno il doppio. È un bene o un male?
«Se non riescono ad entrare sarà un male per quelli che hanno dato retta a questo turismo mordi e fuggi».
Quindi il turismo mordi e fuggi è un problema?
«Sì. Non è un problema di provenienza ma di spazi. Nessuna stazione sciistica in Italia è in grado di accogliere 12-13mila persone che pensano di parcheggiare il pullman per strada».
Le agenzie di viaggio non sembrano preoccupate dall’ordinanza: i biglietti per le prossime domeniche sono già in vendita. E a 20 euro.
«Ripeto: chi salirà sui bus non registrati dovrà tornare indietro. Mi dispiace per chi spenderà i propri soldi inutilmente, ma garantire la sicurezza di Roccaraso e di tutto l’Alto Sangro è la priorità».
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